venerdì, ottobre 24, 2008

Diario di una rivolta pacata \ 2

Oggi si ripropone la protesta in forma di assemblea. Tutti davanti all'aula del Consiglio di Facoltà di Scienze. Si fa nuovamente il punto della situazione, si aspetta una decisione del consiglio partecipando con una delegazione di cinque studenti. Per non sprecare tempo prezioso (davvero in questi giorni) nel frattempo andiamo a lezione. Poi di nuovo davanti all'aula ad aspettare e discutere. E' evidente che le spaccature esistono: c'è chi vuole il blocco della didattica perché garantire il diritto allo studio oggi significa essere meno sicuri di poter essere iscritti l'anno prossimo. Altri vogliono poche perdite di tempo e più fatti: non siamo a Lettere (con tutto il rispetto) non abbiamo voglia di perdere un anno per colpa di Tremonti e della Gelmini. Evitare di fare lezione per garantire il diritto allo studio si può paragonare al caso di un denutrito che fa lo sciopero della fame per elemosinare il cibo (by Giovanni, riporto solo). Alcuni vogliono proteste per le strade e nei centri commerciali che tanto abbondano in zona. Si ricorda che la protesta vuole essere assolutamente pacifica: niente fumogeni, niente violenza. Si alzano applausi da una parte e fischi dall'altra. Sganciarsi dal vecchio retaggio politico di Lettere mi sembra sempre più difficile, tenteremo.

A Tor Vergata bisogna affrontare due problemi fondamentali rispetto a La Sapienza. Le facoltà sono isolate e non inserite in un contesto unitario, non si può nemmeno arrivare a piedi da una facoltà all'altra, in mezzo ci sono strade a scorrimento veloce. Inoltre non siamo al centro, la zona è periferica e decentrata. Possiamo però volgere a nostro favore questi svantaggi: organizzando un corteo che unisca tutte le facoltà si potrebbero bloccare arterie di traffico importanti e creare disagio in grado di attirare l'attenzione dei media. Il quartiere, proprio perché periferico, è pieno di centri commerciali: portiamo la cultura in questi grandi edifici dove centinaia di persone passano tutti i giorni, facciamolo nei fine settimana quando c'è più gente e non si devono saltare lezioni!

Proposte concrete, è questo che chiede la Gelmini. Bene: iniziate ridando al fondo per l'innovazione i soldi del prestito ponte che l'Europa nega ad Alitalia. La febbre del superenalotto ha alzato di molto gli incassi nell'ultimo mese dell'Erario: dateli alla Ricerca. Perché costruiamo portaerei che costano 1.3 MLD di euro? tagliate i fondi della difesa, destinateli alla sicurezza nelle città e alla ricerca. Se ci danno più tempo possiamo parlare anche dei tagli della politica e dell'ottimizzazione della burocrazia!

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