venerdì, gennaio 30, 2009

Conti

In questi giorni sono oberato dai conti per l'esame di metodi. Salvatemi!!!

Avete notato la luna a barchetta con la gobba rivolta verso il basso questa sera? Un bel sorriso per risollevare una giornata uggiosa. Chissà se è stato il drago bianco che abita sulla luna a piegare da un lato la falce lunare...

martedì, gennaio 27, 2009

hugin

Mi sento di consigliare a tutti hugin, un fantastico software per la creazione di immagini panoramiche a partire da più fotogrammi. E' di semplice utilizzo e sorprendentemente potente, ed è completamente gratuito, infatti gira sotto linux. Tentando di ottenere risultati come quello che vedete qui sotto con il pacchetto Corel era uscito un disastro mentre con hugin non solo la curvatura è basata sull'ottica usata per fare la foto ma il processo di posizionamento è automatico, basato su punti di controllo, ovvero punti che corrispondono in due foto parzialmente sovrapposte. I punti possono poi essere corretti e aggiunti manualmente, tutto molto facilmente. Il risultato è il panorama al tramonto dal balcone di casa che vedete qui sotto, 5 fotogrammi sovrapposti scattati con la mia fujifilm nel marzo 2005 che attendevano pazientemente di essere riuniti senza sbavature.

lunedì, gennaio 26, 2009

Carnevale in arrivo

Si sta avvicinando carnevale e come ormai tradizione anche quest'anno ci sarà la festa in maschera con gli amici dell'università. Sempre come tradizione quindi ho iniziato i lavori per la maschera di quest'anno, spero di finire in tempo! Ovviamente farò vedere le fasi di lavorazione solo finché non si arriverà a poter intuire l'identità del personaggio, non voglio svelare la sorpresa prima della festa. Per ora il lavoro si riduce ad una copia dei lineamenti della mia faccia ottenuta con un foglio di alluminio modellato sul volto e successivamente ricoperto in carta pesta con metodo art attack! A dire il vero è abbastanza inquietante...soprattutto tenere la propria faccia in mano è una sensazione davvero strana...

venerdì, gennaio 23, 2009

Neuromante

Inauguro uno spazio già diventato fisso sulla mia pagina di Anobii ma che ripropongo da oggi in poi qui. In pratica tenterò (e finora ci sono riuscito) di scrivere sempre un commento a caldo non appena finisco di leggere un libro. Nei tempi morti riproporrò anche alcuni commenti di libri letti nell'ultimo anno e mezzo.

Quando si legge il capostipite di un genere dopo aver saggiato molti dei suoi diretti discendenti capita spesso di ritrovarsi a dire "ma questa è la stessa cosa che succede in quel film!" Anche in questo caso molte delle idee geniale di questo romanzo sono state riprese in tantissime altre opere. Oltre al pregio di averle presentate per prime Gibson ha il merito di farlo con uno stile davvero unico. Si tratta forse del libro con il registro linguistico più duro che abbia mai letto, ma lungi da essere un difetto crea invece un'atmosfera davvero cyberpunk, non saprei come altro definirla... Gli spunti tecnologici poi sono talmente potenti che si potrebbe fare un elenco infinito di film e anime che ne hanno abusato, senza contare il fatto che ormai sono letteralmente a portata di mano e quindi in una società dominata ormai dal network quantomai reali. Fa pensare il fatto che il World Wide Web dovesse poi nascere solo 7 anni dopo.

Socialnetworking a forza

Mi chiedo... a quando la creazione dell'evento su facebook?

giovedì, gennaio 22, 2009

Aggiornamento Obama

Qualche nuovo media sul giuramento di Obama.




Il video ufficiale su you tube della Casa Bianca

Un milione di persone posso dire "io c'ero" (conteggiate da google)
Qui la foto di tutta Washington con delle formiche umane che guardano panorami di marmo

Astrolab

Questa mattina ho fatto la prova generale per il mio debutto come guida dell'Astrolab, Il Museo dell'Osservatorio Astronomico di Monte Porzio. E' andata molto bene (anche se non ho poi parlato molto...), una classe chiassosa ma piena di domande e interessata. Speriamo che il futuro divulgativo sia roseo... l'Italia ne ha bisogno, e non è retorica. Ad esempio chi spiega a questo giornalista che la luce visibile emessa da un led è una radiazione elettromagnetica proprio come le onde radio usate nel WiFi (in realtà sono microonde e il sistema a led sembra un lontano parente dei sistemi ad infrarossi, non molto distante in frequenza). Non si dice a che distanza il sistema funzioni e viene presentato come positivo il fatto che non permette la trasmissione di dati attraverso ostacoli fisici (un muro...la sicurezza, ma anche una sedia o una persona!). In rete non trovo referenze sul sistema...

mercoledì, gennaio 21, 2009

Ritorno astrofilo

Ormai sono passati anni da quando facevo a scuola il corso di astronomia, ricordo ancora stupende serate sul terrazzo con i telescopi puntati tra lo smog della città. Oggi sono ritornato e ho avuto la stranissima sensazione girando per i corridoi della scuola che fosse in qualche modo un luogo in cui entravo per la prima volta, nonostante i cinque anni trascorsi li su e giù per le scale. Hanno contribuito forse la ritinteggiatura (verdino e bianco invece di quel caldo arancione che ricordavo) e le porte nuove in alluminio a tutte le aule. Comunque mi fa piacere ricordare i vecchi tempi e ancora di più tornare al corso di astronomia da laureato e quasi da "esperto nella materia", una sensazione strana ma molto bella. Forse è vero che ho lo spirito del divulgatore. Mi torna in mente quella serata di 9 anni fa (ero al primo anno) al circo massimo con un cartello al collo con la foto di Marte e l'occhio puntato al mio rifrattore da 30 mm...


Questa è più recente, risale al quinto anno, quando Davide e Tommaso decisero di recuperare crediti seguendo il corso di Astronomia... senza essere particolarmente motivati, come orsi che cercano il miele, eccoli improvvisamente interessati (ai crediti...)

martedì, gennaio 20, 2009

La Nuova Era

Un giorno mi piacerebbe dire ai miei figli che il giorno che più di tutti ha segnato la mia giovinezza è stato il 20 gennaio 2009 invece della triste data di 7 anni fa. E' impensabile tentare di descrivere le emozioni fortissime che ho provato ascoltando il discorso, avevo i brividi lungo la schiena. Forse per la prima volta dopo anni mi ritrovo a pensare che forse un futuro quest'umanità lo può ancora ottenere nonostante tutto.



Qui di seguito il discorso del neo proclamato Presidente degli Stati Uniti d'America Barack H. Obama. Mi sono permesso di evidenziare in grassetto la frase che mi ha fatto sussultare di gioia sentendola. Traduzione di repubblica.it

OGGI mi trovo di fronte a voi, umile per il compito che ci aspetta, grato per la fiducia che mi avete accordato, cosciente dei sacrifici compiuti dai nostri avi. Ringrazio il presidente Bush per il servizio reso alla nostra nazione, e per la generosità e la cooperazione che ha mostrato durante questa transizione.

Quarantaquattro americani hanno pronunciato il giuramento presidenziale. Queste parole sono risuonate in tempi di alte maree di prosperità e di calme acque di pace. Ma spesso il giuramento è stato pronunciato nel mezzo di nubi tempestose e di uragani violenti. In quei momenti, l'America è andata avanti non solo grazie alla bravura o alla capacità visionaria di coloro che ricoprivano gli incarichi più alti, ma grazie al fatto che Noi, il Popolo, siamo rimasti fedeli agli ideali dei nostri antenati e alle nostre carte fondamentali.

Così è stato finora. Così deve essere per questa generazione di americani.

E' ormai ben chiaro che ci troviamo nel mezzo di una crisi. La nostra nazione è in guerra contro una rete di violenza e di odio che arriva lontano. La nostra economia si è fortemente indebolita, conseguenza della grettezza e dell'irresponsabilità di alcuni, ma anche della nostra collettiva incapacità di compiere scelte difficili e preparare la nostra nazione per una nuova era. C'è chi ha perso la casa. Sono stati cancellati posti di lavoro. Imprese sono sparite. Il nostro servizio sanitario è troppo costoso. Le nostre scuole perdono troppi giovani. E ogni giorno porta nuove prove del fatto che il modo in cui usiamo le risorse energetiche rafforza i nostri avversari e minaccia il nostro pianeta.

Questi sono gli indicatori della crisi, soggetti ad analisi statistiche e dati. Meno misurabile ma non meno profonda invece è la perdita di fiducia che attraversa la nostra terra - un timore fastidioso che il declino americano sia inevitabile e la prossima generazione debba avere aspettative più basse.

Oggi vi dico che le sfide che abbiamo di fronte sono reali. Sono serie e sono numerose. Affrontarle non sarà cosa facile né rapida. Ma America, sappilo: le affronteremo.

Oggi siamo riuniti qui perché abbiamo scelto la speranza rispetto alla paura, l'unità degli intenti rispetto al conflitto e alla discordia.

Oggi siamo qui per proclamare la fine delle recriminazioni meschine e delle false promesse, dei dogmi stanchi, che troppo a lungo hanno strangolato la nostra politica.

Siamo ancora una nazione giovane, ma - come dicono le Scritture - è arrivato il momento di mettere da parte gli infantilismi. E' venuto il momento di riaffermare il nostro spirito tenace, di scegliere la nostra storia migliore, di portare avanti quel dono prezioso, l'idea nobile, passata di generazione in generazione: la promessa divina che tutti siamo uguali, tutti siamo liberi e tutti meritiamo una possibilità di perseguire la felicità in tutta la sua pienezza.

Nel riaffermare la grandezza della nostra nazione, ci rendiamo conto che la grandezza non è mai scontata. Bisogna guadagnarsela. Il nostro viaggio non è mai stato fatto di scorciatoie, non ci siamo mai accontentati. Non è mai stato un sentiero per incerti, per quelli che preferiscono il divertimento al lavoro, o che cercano solo i piaceri dei ricchi e la fama.

Sono stati invece coloro che hanno saputo osare, che hanno agito, coloro che hanno creato cose - alcuni celebrati, ma più spesso uomini e donne rimasti oscuri nel loro lavoro, che hanno portato avanti il lungo, accidentato cammino verso la prosperità e la libertà.

Per noi, hanno messo in valigia quel poco che possedevano e hanno attraversato gli oceani in cerca di una nuova vita.

Per noi, hanno faticato in aziende che li sfruttavano e si sono stabiliti nell'Ovest. Hanno sopportato la frusta e arato la terra dura.
Per noi, hanno combattuto e sono morti, in posti come Concord e Gettysburg; in Normandia e a Khe Sahn.
Questi uomini e donne hanno lottato e si sono sacrificati e hanno lavorato finché le loro mani sono diventate ruvide per permettere a noi di vivere una vita migliore. Hanno visto nell'America qualcosa di più grande che una somma delle nostre ambizioni individuali; più grande di tutte le differenze di nascita, censo o fazione.

Questo è il viaggio che continuiamo oggi. Rimaniamo la nazione più prospera, più potente della Terra. I nostri lavoratori non sono meno produttivi rispetto a quando è cominciata la crisi. Le nostre menti non sono meno inventive, i nostri beni e servizi non meno necessari di quanto lo fossero la settimana scorsa, o il mese scorso o l'anno scorso. Le nostre capacità rimangono inalterate. Ma è di certo passato il tempo dell'immobilismo, della protezione di interessi ristretti e del rinvio di decisioni spiacevoli. A partire da oggi, dobbiamo rialzarci, toglierci di dosso la polvere, e ricominciare il lavoro della ricostruzione dell'America.

Perché ovunque volgiamo lo sguardo, c'è lavoro da fare. Lo stato dell'economia richiede un'azione, forte e rapida, e noi agiremo - non solo per creare nuovi posti di lavoro, ma per gettare le nuova fondamenta della crescita.

Costruiremo le strade e i ponti, le reti elettriche e le linee digitali che alimentano i nostri commerci e ci legano gli uni agli altri. Restituiremo alla scienza il suo giusto posto e maneggeremo le meraviglie della tecnologia in modo da risollevare la qualità dell'assistenza sanitaria e abbassarne i costi.

Imbriglieremo il sole e i venti e il suolo per alimentare le nostre auto e mandare avanti le nostre fabbriche.
E trasformeremo le nostre scuole, i college e le università per venire incontro alle esigenze dei tempi nuovi. Possiamo farcela. E lo faremo.

Ora, ci sono alcuni che contestano le dimensioni delle nostre ambizioni - pensando che il nostro sistema non può tollerare troppi grandi progetti. Costoro hanno corta memoria. Perché dimenticano quel che questo paese ha già fatto. Quel che uomini e donne possono ottenere quando l'immaginazione si unisce alla volontà comune, e la necessità al coraggio.

Quel che i cinici non riescono a capire è che il terreno gli è scivolato sotto i piedi. Gli argomenti politici stantii che ci hanno consumato tanto a lungo non sono più applicabili. La domanda che formuliamo oggi non è se il nostro governo sia troppo grande o troppo piccolo, ma se funzioni o meno - se aiuti le famiglie a trovare un lavoro decentemente pagato, cure accessibili, una pensione degna. Laddove la risposta sia positiva, noi intendiamo andare avanti. Dove sia negativa, metteremo fine a quelle politiche. E coloro che gestiscono i soldi della collettività saranno chiamati a risponderne, affinché spendano in modo saggio, riformino le cattive abitudini, e facciano i loro affari alla luce del sole - perché solo allora potremo restaurare la vitale fiducia tra il popolo e il suo governo.

La questione di fronte a noi non è se il mercato sia una forza del bene o del male. Il suo potere di generare benessere ed espandere la libertà è rimasto intatto. Ma la crisi ci ricorda che senza un occhio rigoroso, il mercato può andare fuori controllo e la nazione non può prosperare a lungo quando il mercato favorisce solo i già ricchi. Il successo della nostra economia è sempre dipeso non solo dalle dimensioni del nostro Pil, ma dall'ampiezza della nostra prosperità, dalla nostra capacità di estendere le opportunità per tutti coloro che abbiano volontà - non per fare beneficenza ma perché è la strada più sicura per il nostro bene comune.

Quanto alla nostra difesa comune, noi respingiamo come falsa la scelta tra sicurezza e ideali. I nostri Padri Fondatori, messi di fronte a pericoli che noi a mala pena riusciamo a immaginare, hanno stilato una carta che garantisca l'autorità della legge e i diritti dell'individuo, una carta che si è espansa con il sangue delle generazioni. Quegli ideali illuminano ancora il mondo, e noi non vi rinunceremo in nome di qualche espediente. E così, per tutti i popoli e i governi che ci guardano oggi, dalle più grandi capitali al piccolo villaggio dove è nato mio padre: sappiate che l'America è amica di ogni nazione e di ogni uomo, donna e bambino che sia alla ricerca di un futuro di pace e dignità, e che noi siamo pronti ad aprire la strada ancora una volta.

Ricordiamoci che le precedenti generazioni hanno sgominato il fascismo e il comunismo non solo con i missili e i carriarmati, ma con alleanze solide e convinzioni tenaci. Hanno capito che il nostro potere da solo non può proteggerci, né ci autorizza a fare come più ci aggrada. Al contrario, sapevano che il nostro potere cresce quanto più lo si usa con prudenza. La nostra sicurezza emana dalla giustezza della nostra causa, dalla forza del nostro esempio, dalle qualità dell'umiltà e del ritegno.

Noi siamo i custodi di questa eredità. Guidati ancora una volta dai principi, possiamo affrontare le nuove minacce che richiederanno sforzi ancora maggiori - una cooperazione e comprensione ancora maggiori tra le nazioni. Cominceremo a lasciare responsabilmente l'Iraq alla sua gente, e a forgiare una pace duramente guadagnata in Afghanistan. Con i vecchi amici e i vecchi nemici, lavoreremo senza sosta per diminuire la minaccia nucleare, e respingere lo spettro di un pianeta che si surriscalda. Non chiederemo scusa per il nostro stile di vita, né ci batteremo in sua difesa. E a coloro che cercano di raggiungere i propri obiettivi creando terrore e massacrando gli innocenti, noi diciamo adesso che il nostro spirito è più forte e non può essere infranto. Voi non ci sopravviverete, e noi vi sconfiggeremo.

Perché noi sappiamo che il nostro retaggio "a patchwork" è una forza e non una debolezza. Noi siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e induisti e non credenti. Noi siamo formati da ciascun linguaggio e cultura disegnata in ogni angolo di questa Terra; e poiché abbiamo assaggiato l'amaro sapore della Guerra civile e della segregazione razziale e siamo emersi da quell'oscuro capitolo più forti e più uniti, noi non possiamo far altro che credere che i vecchi odi prima o poi passeranno, che le linee tribali saranno presto dissolte, che se il mondo si è rimpicciolito, la nostra comune umanità dovrà riscoprire se stessa; e che l'America deve giocare il suo ruolo nel far entrare il mondo in una nuova era di pace.

Per il mondo musulmano noi indichiamo una nuova strada, basata sul reciproco interesse e sul mutuo rispetto. A quei leader in giro per il mondo che cercano di fomentare conflitti o scaricano sull'Occidente i mali delle loro società - sappiate che i vostri popoli vi giudicheranno su quello che sapete costruire, non su quello che distruggete. A quelli che arrivano al potere attraverso la corruzione e la disonestà e mettendo a tacere il dissenso, sappiate che siete dalla parte sbagliata della Storia; ma che vi tenderemo la mano se sarete pronti ad aprire il vostro pugno.

Alla gente delle nazioni povere, noi promettiamo di lavorare insieme per far fiorire le vostre campagne e per pulire i vostri corsi d'acqua; per nutrire i corpi e le menti affamate. E a quelle nazioni, come la nostra. che godono di una relativa ricchezza, noi diciamo che non si può più sopportare l'indifferenza verso chi soffre fuori dai nostri confini; né noi possiamo continuare a consumare le risorse del mondo senza considerare gli effetti. Perché il mondo è cambiato e noi dobbiamo cambiare con esso.

Se consideriamo la strada che si apre davanti a noi, noi dobbiamo ricordare con umile gratitudine quegli americani coraggiosi che, proprio in queste ore, controllano lontani deserti e montagne. Essi hanno qualcosa da dirci oggi, proprio come gli eroi caduti che giacciono ad Arlington mormorano attraverso il tempo. Noi li onoriamo non solo perché sono i guardiani della nostra libertà, ma perché essi incarnano lo spirito di servizio: una volontà di trovare significato in qualcosa più grande di loro. In questo momento - un momento che definirà una generazione - è precisamente questo lo spirito che deve abitare in tutti noi.

Per tanto che un governo possa e debba fare, alla fine è sulla fede e la determinazione del popolo americano che questa nazione si fonda. E' la gentilezza nell'accogliere uno straniero quando gli argini si rompono, la generosità dei lavoratori che preferiscono tagliare il proprio orario di lavoro piuttosto che vedere un amico perdere il posto, che ci hanno guidato nei nostri momenti più oscuri. E' il coraggio dei vigili del fuoco nel precipitarsi in una scala invasa dal fumo, ma anche la volontà di un genitore di nutrire il proprio figlio, che alla fine decidono del nostro destino.

Forse le nostre sfide sono nuove. Gli strumenti con cui le affrontiamo forse sono nuovi. Ma i valori da cui dipende il nostro successo - lavoro duro e onestà, coraggio e fair play, tolleranza e curiosità, lealtà e patriottismo - tutto questo è vecchio. Sono cose vere. Sono state la forza tranquilla del progresso nel corso di tutta la nostra storia. Quel che è necessario ora è un ritorno a queste verità. Quel che ci viene chiesto è una nuova era di responsabilità - il riconoscimento, da parte di ogni americano, che abbiamo un dovere verso noi stessi, la nostra nazione, il mondo, doveri che non dobbiamo accettare mugugnando ma abbracciare con gioia, fermi nella consapevolezza che non c'è nulla di più soddisfacente per lo spirito, così importante per la definizione del carattere, che darsi completamente per una causa difficile.

Questo è il prezzo e la promessa della cittadinanza.

Questa è la fonte della nostra fiducia - la consapevolezza che Dio ci ha chiamato a forgiare un destino incerto.

Questo è il significato della nostra libertà e del nostro credo - perché uomini, donne e bambini di ogni razza e di ogni fede possono unirsi nella festa in questo Mall magnifico, e perché un uomo il cui padre meno di sessanta anni fa non avrebbe neanche potuto essere servito in un ristorante ora può trovarsi di fronte a voi per pronunciare il giuramento più sacro di tutti.

Perciò diamo a questa giornata il segno della memoria, di chi siamo e di quanta strada abbiamo fatto. Nell'anno in cui l'America è nata, nel più freddo dei mesi, una piccola banda di patrioti rannicchiati intorno a falò morenti sulle rive di un fiume ghiacciato. La capitale era stata abbandonata. Il nemico avanzava. La neve era macchiata di sangue. Nel momento in cui l'esito della nostra rivoluzione era in dubbio come non mai, il padre della nostra nazione ordinò che si leggessero queste parole al popolo:

"Che si dica al futuro del mondo... che nel profondo dell'inverno, quando possono sopravvivere solo la speranza e la virtù... Che la città e la campagna, allarmate da un pericolo comune, si sono unite per affrontarlo".

America. Di fronte ai nostri pericoli comuni, in questo inverno dei nostri stenti, ricordiamo queste parole senza tempo. Con speranza e virtù, affrontiamo con coraggio le correnti ghiacciate, e sopportiamo quel che le tempeste ci porteranno. Facciamo sì che i figli dei nostri figli dicano che quando siamo stati messi alla prova non abbiamo permesso che questo viaggio finisse, che non abbiamo voltato le spalle e non siamo caduti. E con gli occhi fissi sull'orizzonte e la grazia di Dio su di noi, abbiamo portato avanti il grande dono della libertà e l'abbiamo consegnato intatto alle generazioni future.

domenica, gennaio 18, 2009

Spettacolo Smoot!

Oggi si è concluso il Festival della Scienza con una spettacolare conferenza di George Smoot! E la conferenza del prof. Buonanno non è stata meno brillante e divertente. Il grande successo di questa edizione dimostra come le persone anche i non addetti ai lavori si appassionino quando si descrive, con parole semplici ma che incuriosiscono, l'astronomia e l'astrofisica. Questo fa ben sperare per tutti gli altri eventi a venire per festeggiare l'anno internazionale dell'astronomia. L'affluenza è stata infatti altissima in questi giorni, tanto che tutte le conferenze avevano esaurito i posti e i corridoi dell'auditorium erano pattugliati da appassionati in cerca di biglietti. Non si può che fare un unico appunto: l'anno prossimo sarebbe opportuno ampliare l'area e le mostre fisse magari tornando anche ai 7 giorni di festival invece dei 4 di questa edizione.


preparazione del gioco dell'oca ispirato ad Einstein


Star Trek party

George Smoot durante la lectio magistralis

Il Planetario Mobile

Per concludere segnalo l'unica domanda a cui un explainer scientifico non può e non potrà rispondere, semplicemente perché ascientificamente posta... stranamente esce sempre fuori, anche se declinata in vario modo, e anche in questo caso non poteva mancare. Ci ha pensato una signora oggi a proporla a Smoot: " Ma lei durante le sue osservazioni dell'Universo ha mai visto Dio?"

giovedì, gennaio 15, 2009

"L'Universo" Festival delle Scienze 2009


Inizia oggi la quarta edizione del festival delle scienze di Roma divisa tra l'Auditorium Parco della Musica e il Planetario di Roma. Da non perdere alcuni appuntamenti come: sabato pomeriggio lectio magistralis del Prof. Buonanno; sabato sera "la notte delle stelle" con conferenze osservazioni con i telescopi e pattinaggio sul ghiaccio con musiche e temi tratti da Star Trek; domenica mattina concerto per elicotteri; domenica pomeriggio conferenza del premio nobel George Smoot. Non perdetevi l'occasione e guardate l'elenco degli eventi sul link!

domenica, gennaio 11, 2009

Ricordando Fabrizio de Andrè


Questa sera non si può prescindere dal ricordare un poeta un cantautore un compositore un uomo come pochi ce ne sono stati...


sabato, gennaio 10, 2009

Makoto Shinkai

Ultimamente mi sto dedicando alla filmografia di Makoto Shinkai che viene considerato da molti una sorta di erede artistico di Hayao Miyazaki. Per quello che ho visto finora (sono a metà del lavoro...) mi sembra ci siano ottime potenzialità artistiche anche se non noto temi di collegamento forti con Miyazaki (Natura, pacifismo, volo, elementi favolistici). Artisticamente di pregio comunque, sottolineando il fatto (mostruoso) che finora ha realizzato tutto da solo sul suo Apple...
Eccovi un'assaggio di un corto...



Chi adora i gatti non potrà non apprezzare Makoto Shinkai visto che è un suo tema ricorrente!

giovedì, gennaio 08, 2009

Riempitivo dei primi giorni del 2009

Domani mi attende il secondo esonero di metodi 2. Un lancio della monetina incerto... Dopodichè mi aspettano giorni più leggeri che spero di riempire con un parziale rinnovo del blog che prevede anche le tanto promesse foto... Ne vale la pena, fidatevi ;)

Poi ci sarebbero molti film da vedere al cinema, questo venerdì ne escono davvero tanti interessanti; altrettanti da vedere prima che vengano tolti dalle sale e molti di più che si sono accumulati da vedere a casa. Poi ci sarebbe anche da iniziare ad organizzare per i vestiti di carnevale...