giovedì, ottobre 20, 2011

sabato, ottobre 08, 2011

Ringraziamenti

 
 
Più cose vedo, più cose conosco. Più cose conosco, meno cose capisco.

PKNA



Sono passati sette anni da quando sono entrato in questa facoltà (il che significa che nel computo ci sono due anni di troppo) e sento che questo momento è un po’ una conclusione di un percorso e l’inizio di un altro. Potrei quasi dire che, in modo figurato, ho finito la mia passeggiata per il lungo corridoio di SOGENE... ad ogni modo temo che dovrete sopportare la lettura di questo mio tirare le somme visto che tra le righe cercherò di ringraziare tutti quelli che in questo percorso mi hanno accompagnato.


Anzitutto devo ringraziare tutto il Gruppo di Fisica Solare. Devo dire che tutte le tesi che mi erano state proposte mi allettavano molto, quella che ho scelto era sicuramente la più complessa dal punto di vista pratico, ma anche la più interessante e ricca di opportunità per il futuro. Di una cosa ero e sono convinto, che tutto quello che sono riuscito a fare su questo strumento così complesso e delicato, un vero diavolo come lo definisce Gamow, lo devo alla sinergia di forze che il gruppo ha profuso nel progetto. Ho ricevuto aiuti e consigli davvero
da tutti e così ringrazio (per nome visto che in laboratorio ci si chiama così): Francesco, per l’impareggiabile guida e per avermi sempre seguito; Dario, per l’impagabile presenza ogni qualvolta avevo un problema e per tutte le correzioni del mio inglese maccheronico; Martina, gran parte del lavoro (davvero ottimo) sul prototipo è merito tuo, ma spero d’essere stato d’aiuto nel mettere le lentine; Roberto, sei stato il primo a farmi mettere le mani su un banco ottico e mi hai sempre aiutato; il Prof. Alberto Egidi, per l’impagabile esperienza con l’elettronica e la strumentazione; Arnaldo, i tuoi dolci hanno sempre alleggerito qualunque problema; e poi Marco, Fabio, Marta, Valentina, Stefano, Laura, Alberto, Bart, Silvia.

Fin dal corso della triennale avete sempre avuto il pregio di appassionarmi a quello che fate, trasmettendo l’entusiasmo e i contenuti delle vostre ricerche anche nella didattica. E’ per questo motivo, per l’interesse in quello che fate e per lo stupendo clima umano che vi contorna che fin dalla tesi triennale ho cercato di intrufolarmi nel laboratorio. Spero che questo percorso insieme possa proseguire.

Grazie anche per l’opportunità che mi avete dato di vedere un Fabry-Pérot al lavoro. Le esperienze a Sacramento Peak e a Tenerife sono state davvero utili e uniche. Per questo ringrazio anche Arturo e tutte le persone che mi hanno aiutato allo IAC e al Themis. Un ringraziamento anche a tutta la comunità di fisici solari e tecnici di Sunspot, che mi ha accolto facendomi sentire uno di loro.

Un ringraziamento va anche a Ilaria, Mauro, Fabrizio e Serena dell’Osservatorio Astronomico di Roma che mi hanno introdotto nel mondo della Fisica Solare quando ero ancora all’ultimo anno del Liceo. E’ innegabile che è stata l’esperienza con voi a indirizzarmi verso questo, tra i tanti interessi che avevo.

Da ormai tre anni divido le gioie e i dolori del divulgatore con il gruppo DIVA dell’Osservatorio Astronomico di Roma. Buona parte della mia spigliatezza in pubblico e dimestichezza nel semplificare i discorsi la devo all’esperienza accumulata con voi. Un grazie quindi a Francesco, Marco, Riccardo, Roberto, Gabriele, Silvia, Gianluca, Mena, Fabio.

Altre esperienze davvero formative sono state quelle che mi hanno visto coinvolto dentro ScienzImpresa. Un grazie va a tutti i soci, con la speranza che le nostre nuove attività possano crescere nel tempo.

Non deve essere facile sopportarmi quando trasformo casa in un laboratorio... e non succede di rado. Angela, Roberto, Ilaria, siete il mio punto fermo nella vita. Mi avete sempre spronato nel mio percorso appoggiando le mie scelte. Voglio qui sottolineare poi, che mia madre è stata tra le poche persone a leggersi tutto questo tomo, facendo un prezioso lavoro di correzione! E insieme con mia sorella mi ha aiutato nella dettatura delle correzioni... Un grazie davvero immenso va a tutta la mia famiglia, anche a chi purtroppo non può essere qui oggi per le congratulazioni. So per certo che sareste orgogliosi di dove sono e cosa faccio oggi; il mio pensiero va anche a voi, sempre con affetto.

C’è poi una seconda famiglia che sopporta me e i miei terribili colleghi (oltre che il proprio stesso figlio) nelle loro bizzarrie. Nino, Elisa, Ilaria, Vincenzo, non smetterò mai di ringraziarvi per la vostra immensa ospitalità e l’affetto che dimostrate.

Non è molto consueto vedere dei compagni di classe del liceo ancora uniti ad anni di distanza dal diploma, ma noi siamo una stupenda eccezione. Ormai ci conosciamo da una vita, eppure non c’è serata passata con voi che non ricordi allegra e spensierata, da veri cretini.

Esco da questa facoltà soddisfatto dei corsi che ho seguito, delle conoscenze che ho acquisito, degli ottimi insegnanti che ho avuto e sentendomi incredibilmente arricchito da tutta l’esperienza. Sopra ogni altra cosa però sono soddisfatto dei colleghi che ho incontrato qui a Tor Vergata, ragazze ragazzi con le menti più acute e fantasiose che io abbia mai conosciuto. A tutti voi devo un grazie enorme, mi avete sempre fatto sentire a casa varcando le porte di questa facoltà di Scienze. Abbiamo diviso le fatiche degli esami, proposto ed esaminato le idee più
assurde, chiacchierato di quanto di più distante ci fosse dal nostro percorso di studi, sempre con una buona dose di autoironia. Ho trovato persone straordinarie in ogni campo, capaci di preoccuparsi per il futuro di questo paese con una responsabilità che è difficile trovare anche nelle persone che questo paese lo amministrano. Per quanto è stato possibile abbiamo cercato di portare la cultura prodotta qui dentro anche fuori, alla cittadinanza, riuscendoci con successo in almeno un paio di occasioni. Recentemente siamo saliti persino sui tetti di
Roma per difendere l’Università. Ad alcuni sarà sembrato che quei due mesi siano stati tempo perso, che si sarebbe dovuto impiegare per concludere prima gli studi. E stato invece il periodo di tempo speso meglio nella mia vita, sarà sempre orgoglioso di essere stato li con voi. Un pensiero speciale va quindi anche ai ricercatori della Rete29Aprile.

Molti di voi sono più che semplici colleghi, sono amici cari con cui ho diviso tanti momenti fuori dalla facoltà negli ultimi anni. I volti vicini nel corso degli anni sono cambiati, alcuni hanno cambiato studi, altri hanno iniziato a lavorare, altri ancora sono partiti cambiando città, alcuni mi salutano oggi come affacendatissimi dottorandi. Vi ricordo tutti con affetto e doppiamente qui vi ringrazio. L’elenco sarebbe troppo lungo ma ognuno di voi sa bene quanto gli devo.

Come non ricordare poi l’altra Scienziata dell’Universo che si laur(e)a con me oggi? Abbiamo diviso tanti esami insieme, punzecchiandoci sempre a vicenda per studiare senza perdere tempo (non sempre con successo) e portando sempre a casa un buon risultato alla fine. Abbiamo diviso insieme tutto questo faticoso periodo di scrittura, sostenendoci quando arrivavamo allo stremo. Non potevamo non laurearci lo stesso giorno. Grazie di tutto!

Un ringraziamento speciale poi va alle tre persone con le quali ho condiviso di più questi sette anni qui, ormai per me sono tre fratelli aggiunti. Non so se avremo fortuna con le nostre idee, magari tireremo su progetti importanti o forse le cose ci porteranno a vivere in posti diversi in futuro. So che rimarremo sempre comunque vicini, con quella immancabile dose di eccentricità e fanciullezza interiore che ci accomuna.

Roma, 30 settembre


Luca Azimuth Giovannelli




Postfazione

Così all’istituto di Fisica ottenni una stanza tutta mia, piena di un mucchio di strumenti ottici sensibili. Non tedierò il lettore con la descrizione dei princìpi e della metodologia di quegli esperimenti, e citerò solo il cosiddetto ”interferometro”, costituito da due lastre di vetro semi-riflettenti che devono essere mantenute parallele con la precisione di un milionesimo di centimetro. Dopo averle allineate con grande fatica, basta starnutire e l’allineamento è
irrimediabilmente alterato! Li chiamavo i diavoli di entrata e di uscita.


George Gamow, La mia linea di Universo



Se persino Gamow ha trovato così diabolici questi strumenti non si può non ammettere che questi interferometri a cavità ottica risonante siano proprio delle brutte bestie da trattare... D’altro canto 112 anni dopo la loro invenzione rappresentano ancora una sfida tecnologica non banale da vincere. Se da una parte le moderne tecnologie, l’elettronica in particolare, aiutano moltissimo nel controllare questo tipo di strumenti così complicati, dall’altra risulta quasi impensabile che già nel 1924 controllare la cavità ottica con una precisione di 10 nm fosse un’operazione di routine, sebbene difficile. Questi strumenti sono tanto più intriganti se si considera che sono spesso usati come metri campione per le misure più precise. Calibrare tale strumento diventa quindi l’equivalente di ricostruire in casa un metro campione come quello conservato vicino Parigi, senza avere altro standard se non la luce stessa che si vuole filtrare.

La mia tesi consisteva proprio nel descrivere le basi teoriche e i metodi alla base di questi strumenti. Spero di non avervi tediato troppo, d’altronde il mio scopo era ben diverso da quello di Gamow!

Luca Giovannelli

Intro Tesi

Abstract

In questo lavoro di tesi specialistica viene presentato lo studio per un interferometro di Fabry-Pérot in corso di sviluppo presso il Laboratorio di Fisica Solare dell’Università agli studi di Roma Tor Vergata. In particolare, durante il lavoro di tesi, mi sono occupato della definizione dei requisiti di posizionamento nanometrico della cavità ottica. In tale ambito ho sviluppato un programma di simulazione del Fabry-Pérot e ho calibrato sperimentalmente il sistema piezo-capacitivo servocontrollato.

Il prototipo verrà usato per effettuare dei test su banco ottico della qualità ottica meccanica e del controllo elettronico. Servirà inoltre come base per lo sviluppo di un prototipo da volo per applicazioni in campo astronomico da satellite. Viene presentato l’interferometro di Fabry-Pérot all’interno del quadro degli spettroscopi per uso astronomico, con i suoi vantaggi e svantaggi. Viene trattata nel dettaglio la teoria dell’interferenza di fasci multipli nel caso
ideale e le limitazioni di uno strumento reale. Vengono prese in considerazione le possibili applicazione da terra e dallo spazio di un tale strumento nei campi dell’Astronomia, con particolare attenzione al caso dello studio del Sole.

Viene inoltre descritto il prototipo in corso di sviluppo e il funzionamento elettromeccanico del controllo della cavità ottica, con i due movimenti di regolazione micrometrica e macrometrica e i sensori capacitivi di controllo. E' inoltre riportato il software di controllo sviluppato. Sono infine mostrati i risultati dei test effettuati sugli apparati elettromeccanici di controllo.



Acknowledgments

I am grateful for the priceless help given to me in the laboratory by
Prof. Francesco Berrilli, Dott. Dario Del Moro,
Dott. Roberto Piazzesi, Prof. Alberto Egidi,
Prof. Arnaldo Florio.
I am particularly grateful to Ing. Martina Cocciolo
for the invaluable support in FEM analysis and
modeling of the Fabry-Pérot prototype.
Thanks to Prof. Maurizio De Crescenzi for letting me use his lab equipment.
Thanks also to LightMachinery for valuable help with the optical components.







Lo studio delle stelle fisse quanto è stato finora importante per la teoria de’ movimenti celesti, altrettanto è stato limitato per le ricerche fisiche. Tutto finora si è ridotto a esaminarne il colore, l’intensità della luce e la variabilità.
Ma la scoperta della spettrometria ha fatto di questo studio uno de’ più vaghi, svariati e anche dilettevoli ed importanti che possono trovarsi. La varietà delle tinte delle stelle è accompagnata da una corrispondente distinzione de’ loro colori elementari , e da una differenza di righe spettrali: e queste essendo mirabilmente collegate colla natura della materia che arde in quegli astri e li costituisce, ci viene per tal mezzo somministrato come conoscere la natura di quelle sostanze di cui sono formati.


Padre Angelo Secchi








The Six Phases of a Project:
1. Enthusiasm,
2. Disillusionment,
3. Panic,
4. Search For The Guilty,
5. Punishment Of The Innocent,
6. Praise and Honours For The Non-Participants.



Anonymous
Cited by Philip Hobbs in Building Electro-Optical Systems

Bi-doctor

Ebbene si, dagli ultimi lontani aggiornamenti di questo blog mi sono ri-laureato. Fantastica tesi, che mi è valsa un 110 e lode! Oggi giorno di pausa tra lo scritto dell'esame di dottorato (per ora procede bene :) e l'orale di giovedì prossimo. Se tutto va bene potrei ritrovarmi con una borsa e la possibilità di fare il primo passo che da studente porta al ricercatore... Incrociando le dita nel frattempo si fanno pensieri per la ristrutturazione della propria vita; mai come ora sento di essere in una vera fase di passaggio, con tante strade che mi si aprono davanti. E quindi più prosaicamente si arriva anche a riconsiderare il fatto che si possiede ancora quell'antico strumento che fu il blog di prima dell'avvento dei social network. Dovrei conteggiare quante volte ho promesso che avrei scritto nuovamente con assiduità qui... Lo rifaccio nella speranza che i cambiamenti portino ad un po di tempo per le riflessioni personali, che l'integrazione con google+ sia più facile di quella con Facebook e che una ristrutturazione generale di questo luogo sia possibile... Per ora è il posto perfetto dove farvi leggere l'apertura della mia tesi (che è tutta in inglese) e la postfazione e soprattutto i ringraziamenti (che invece sono le uniche pagine in italiano). Tra le cose che mi piacerebbe cambiare qui ci sono la sopracitata integrazione con i social network, inserire la mia tesi e il mio cv scaricabili sotto il nome, mettere dentro in qualche modo le foto più belle degli ultimi tempo, che ultimamente finiscono sempre su fb per gli inesistenti limiti di spazio... Vedremo, intanto a seguire tre post con estratti della mia tesi!