giovedì, settembre 24, 2009

Notte Europea dei Ricercatori 2009: apertura straordinaria di Monte Mario

Domani, in occasione della Notte Bianca della Ricerca verrà riaperto al pubblico l'osservatorio di Monte Mario. Sarà possibile visitare (guidati da me o da due miei colleghi hi hi) il Museo Astronomico e Copernicano nel suo allestimento completo. Saranno inoltre allestiti 5 telescopi nel piazzale del fortino militare di Monte Mario e collegamenti in remoto con i telescopi REM (La Silla - Cile) TNG (Canarie) e LBT (Arizona).

Programma completo Monte Mario

La strada verrà chiusa al traffico e sarà garantito un servizio navetta da Piazzale Clodio ogni 15 minuti a partire dalle 19. A partire dallo stesso orario sarà possibile registrarsi per la visita guidata che partirà ogni mezzora dalle 20.00 fino alle 24.00. Accorrete numerosi! E se Monte Mario è troppo distante ci sono tantissimi eventi in tutti i laboratori nell'area di Frascati, vero centro della manifestazione!


martedì, settembre 22, 2009

Osservatorio del Teide: 1 - il Themis

Prima parte del racconto a viaggio finito riguardante l'Osservatorio. In totale ho passato 5 stupendi giorni su a 2500 m di altezza, tra cupole cielo vento e rocce. Non continuativi però! La prima volta che sono andato su risale al mio primo incontro con Arturo: il 28 agosto. E' stato uno dei giorni più felici della vacanza, il punto di svolta dopo il quale ho iniziato a lavorare con più tranquillità. Preso alla sprovvista però non avevo con me la macchinetta fotografica per cui il ricordo dei panorami di quel giorno li custodisco solo nella mia memoria e sono sicuro che li conserverò sempre. Sono poi tornato una seconda volta per tutta la giornata ma rientrando sempre in (tarda) serata. E in quell'occasione ho scattato alcune foto che vi ripropongo.

Non entro nei dettagli tecnici ma vi posso assicurare che per un fisico solare in erba come me entrare in una struttura del genere è stato un sogno! Si tratta di uno degli strumenti più avanzati del settore a livello mondiale! Le foto si riferiscono anche alla mia successiva tre giorni (ma soprattutto tre notti) passata ininterrottamente all'osservatorio.









Ci sono immagini dell'interno della cupola, con la caratteristica forma e l'unica apertura ad iride che la fanno sembrare un enorme bulbo oculare. Il tubo del telescopio, riempito di azoto e sottoraffreddato. Lo spettrografo con lo strumento Tunis su cui ho lavorato. La sala di controllo da cui si dirige il tutto.
Manca qualche immagine della cucina, felice luogo di riunioni in cui si progetta e si lavora sorseggiando caffè ( e parlando animatamente in francese he he).


























Ringrazio ancora tutte le persone che ho incontrato e mi hanno aiutato del Team Themis, in particolar modo: Bernard, per l'opportunità e la gentilezza, Claude per le fantastiche e schiette chiacchierate e soprattutto Arturo che mi ha guidato e mi ha sempre aiutato... oltretutto riaccompagnadomi giù dall'osservatorio ogni volta!




mercoledì, settembre 16, 2009

Notti tempestose

Al mio ritorno dalle Canarie Roma mi ha accolto con delle notti non proprio tranquille: scroscianti e percorse da fulmini e lampi. L'altra sera erano talmente frequenti che sono riuscito a catturarne parecchi! Con i racconti di Tenerife non ho ancora finito. Manca il capitolo più bello: la mia permanenza in osservatorio! In questo momento sto lavorando alle foto, che richiedono un po' di attenzione prima di poter essere pubblicate, ma prometto che potrete vederle quanto prima!





mercoledì, settembre 09, 2009

El Médano, Playa de las America e il Museo de la Ciencia y del Cosmo

Per l'ultima escursione della mia permanenza a Tenerife ho deciso di esplorare anche la parte più turistica e massificata dell'isola, la zona sud. El Mèdano mi era stata descritta come una spiaggia molto bella, frequentata molto da chi pratica kitesurf e windsurf. Non ho trovato sportivi ma la spiaggia è veramente stupenda!















Sono arrivato presto, prima delle 9, trovando una bassa marea che aveva allungato tantissimo la spiaggia. Tantissime persone, più che altro del posto (domenica alle 9 di mattina...), passeggiavano sul bagnasciuga e mi sono unito a loro. Sulla sinistra la montagna roja difende la spiaggia dall'assalto dell'oceano: si tratta di un piccolo cono vulcanico alto poche centinaia di metri. Alle spalle della spiaggia un piccolo lago salato da rifugio ai volatili migratori in primavera. Finita la spiaggia mi sono inerpicato sul promontorio, un vulcano ancora più piccolo della montagna roja. Il Sole che batteva insistentemente sul mare creava dei riflessi davvero stupendi, ne ho approfittato per alcuni scatti molto suggestivi.





















































La tappa successiva è stata Playa de las America, il posto in assoluto più artificiale dove sia mai stato! Le collinette intorno alla cittadina sono placcate di alberghi resort e casinò. La costa invece è decorata da una serie di spiagge artificiali protette da frangiflutti. Le stradine e il lungomare sono popolati da turisti di internazionale obesità: americani inglesi tedeschi in massima parte. Ovunque nella campagna retrostante complessi di villette squallide in residence chiusi in recinzioni e cantieri di altri complessi turistici in divenire. Sapevo che la visita sarebbe stata dolorosa ma per avere una visione più completa dell'isola dovevo vederne anche questa parte.













Tornato a La Laguna sono andato a visitare il Museo de la Ciencia y del Cosmo, che si trova proprio affianco all'istituto di astrofisica e che da questo è stato promosso e ideato. Il io interesse oltre che turistico e da curioso era ovviamente anche professionale: volevo cogliere l'impressione generale che un museo del genere aperto a tutti senza guide da al visitatore, magari appuntandomi qualche buona idea da applicare anche all'Astrolab a Roma! La visita è stata molto interessante; nonostante il settore astronomico sia predominante il museo tratta degli argomenti scientifici più disparati: una buona metà è dedicata a sole stelle e pianeti, un quarto alla fisica di altri settori, soprattutto ottica e meteorologia, il restante quarto alla biologia, soprattutto alla fisiologia umana. C'è anche un po' di matematica e di geologia.

Tutti gli stand sono basati sul principio di operare su ciò che si vede per capirlo, un po' come l'Astrolab. La cosa funziona anche se non si è guidati: ho visto molti bambini curiosi e divertiti da ciò che vedevano. Anche qui alcune cose non funzionanti... ma solo un paio. La struttura è più grande dell'Astrolab ma è tutto contenuto in un unica sala. In definitiva non è paragonabile con strutture più grandi come Explora! di Bristol, Nemo di Amsterdam o su dimensioni ancora più vaste Science Museum a Londra e la citè des sciences a Parigi anche se lo spirito è lo stesso, come lo è dell'Astrolab!




le altre foto le trovate qui...

lunedì, settembre 07, 2009

El Teide

Vi scrivo dalla mia camera all'osservatorio, dove rimarrò per tre giorni, per raccontarvi della mia stupenda escursione sulla cima del Teide! Sabato infatti ho preso l'unico Guagua che una volta al giorno sale fino alle pendici del cono vulcanico e mi sono avventurato in un territorio marziano. Come al solito salendo si incontrano le nuvole, quindi si attraversa la corona forestal fino a scorgere il picco, alto 3700 m. Arrivati sopra i 2000 m il panorama diventa desertico, niente più alberi, solo cespugli. La fanno da padrone i basalti, di tutti i colori e le pomici; il vulcano infatti ha attraversato diverse fasi in cui si è comportato in modo più esplosivo, tipo vesuvio, producendo pomici, o più effusivo, producendo lave basaltiche. Queste hanno diversi colori a seconda dei minerali contenuti, alcune sono molto rosse per via del ferro ossidato contenuto: per questo sembra di stare su Marte! la collinetta bianca ai piedi del cono principale che vedete in una delle foto invece è fatta essenzialmente di materiale piroplastico pomici e polveri: si chiama appunto montana blanca.







Arrivato alla partenza del teleferico sono sceso dal guagua e sono quindi passato da 2500 m a 3500 m grazie alla cabinovia. In cima mi aspettava un panorama mozzafiato e lava dal bordo tagliente ovunque. I sentieri erano costruiti all'interno delle colate con pietre riportate, a formare una specie di lunga scalinata. Per facilitare la presa sono stati messi anche sassolini lavici che fanno uno stranissimo rumore sotto i piedi! Pur derivando da colate più effusive sono molto porosi e leggeri, hanno un aspetto vetroso e fanno un rumore come di pezzetti coccio e vetri che si sfregano uno contro l'altro.


Per raggiungere la cima vera e propria e il bordo del cratere mancano ancora 200 m di dislivello molto appesi e serve un autorizzazione speciale. Sinceramente vista l'aria così rarefatta probabilmente non sarei riuscito nell'impresa, ad ogni modo era troppo complicato per una persona senza macchina arrivare qui solo per chiedere il permesso per un'altra giornata. Ho invece fatto una passeggiata quasi in piano verso i due punti panoramici. Da una parte il mare e puerto de la Cruz, perso tra le nuvole. Dall'altra le fumarole, segno di un'attività quiescente, e il panorama sull'enorme caldera vasta vari km fino ad arrivare al massiccio di guajara, altra bocca eruttiva ormai spenta.



















Ritornato alla base della cabinovia mi sono concesso un pranzetto veloce e qualche minuti di nascondino con delle lucertole di notevoli dimensioni che vivono solo qui e sembrano divertirsi a spuntare all'improvviso dal muretto dove i turisiti si fermano a riposare per rubare qualche mollica di cibo. Da qui in poi il progetto è di andare sul sentiero 19 che porta dalla base del teleferico al parador del turismo, altro rifugio del parco nazionale. La camminata è agevole, in lieve pendenza e le preoccupazioni di perdere l'unico autobus del ritorno accelerano il passo così impiego solo un ora per arrivare invece della prevista ora e mezza.













Il sentiero è stupendo e fa da confine a due collinette, una bianca e bassa costituita da pomici, e una alta e tagliente fatta di basalto rosso. Sembra veramente di stare su Marte, fatta eccezione per i pochi arbusti tra l'ocra e il verde sembra di camminare in una delle foto scattate da spirit o opportunity. Mi improvviso novello geologo marziano cercando di scovare rocce dei colori più disparati ed effettivamente non è difficile immaginare che qui facciano l'equivalente della nostra infiorata con la sabbia proveniente dal Teide vista la gamma di colori a disposizione. Arrivato al parador mi rimane abbastanza tempo per una visita alle Roques de Garcia e le classiche foto di rito, prima del ritorno alla base della valle.



























Per tutte le altre foto vi rimando alla galleria fotografica

giovedì, settembre 03, 2009

Garachico e La Orotava

Domenica ho visitato altri due paesini, uno sulla costa, Garachico, non troppo distante da Icod de los Vinos, mentre l'altro, La Orotava, è proprio sopra a Puerto de la Cruz. Entrambi sono molto turistici ma meritano comunque una vista.






Garachico era uno dei porti più importanti dell'isola prima della sua parziale distruzione provocata nel 1706 da un'eruzione del Teide. Il porto venne completamente ricoperto chiudendo l'epoca dei ricchi commerci di questa cittadina. Una delle poche strutture originali rimaste lunga la costa è il fortino. Come al solito non c'è una vera e propria spiaggia, ad eccezione di una piccolissima lingua scura protetta da scogli artificiali. E' molto interessante però il piccolo complesso balneare costruito su alcune colate laviche che formano delle vere e proprie piscine naturali. Quando ho visitato il paesino il mare era molto mosso, il che mi ha permesso di realizzare alcuni scatti di flutti che si infrangono molto suggestivi. Interessante la visita alla porta della città, ormai a vari metri sotto il livello stradale attuale a causa dell'eruzione. Anche il resto del centro cittadino si presta ad una piacevole passeggiata.































La Orotava è considerata il borgo con l'architettura più particolare dell'isola. I suoi palazzi sono stilisticamente più vicini all'europa che non al sudamerica e sono caratterizzati dalla presenza di splendidi balconi.
Sono anche tra gli edifici più antichi di tutta l'isola. La visita si presenta...in salita! Ed effettivamente tutta la passeggiata per il centro risulta faticosa per quanto interessante. Dalla piazzetta più in alto poi si gode di una bella vista su Puerto de la cruz e sulle distanti e annebbiate pendici del Teide.




martedì, settembre 01, 2009

Icod de los Vinos e Masca

Resoconto delle visite di Sabato scorso. Continua il viaggio verso la zona nord-est dell'isola, questa volta puntando alle bellezze floro-faunistiche e paesagistiche del luogo. La prima tappa è Icod de los Vinos, un paesino sulla costa che necessita di un ora e mezza di guagua (l'autobus come viene chiamato qui) per essere raggiunto. Si passa per la zona di Puerto de la Cruz e poi lasciata l'autostrada si attraversano una serie di paesini sulla costa, che è rocciosa e in alcuni tratti a picco sul mare. Come al solito è presente il solito strato di nuvole: il burro è sempre li ad aspettarti appena valicate le montagne! Man mano che si procede però lo strato grigio sembra farsi via via più rarefatto fino a lasciar quasi trasparire il sole una volta arrivati ad Icod!

La principale attrazione turisitica del posto è rappresentata dal Drago Millenario, un albero che si stima abbia tra i 1000 e i 2000 anni e che è considerato il simbolo dell'isola di Tenerife. Si tratta di un enorme esemplare di Dracaena Draco alto 20 m e con una circonferenza alla base del tronco di 10 m. Trattandosi di una pianta monicotiledone non presenta i classici anelli del tronco e datarla in modo preciso è difficile ma è considerata comunque una pianta millenaria, facendo una stima basata sul numero di divisioni del tronco. In realtà guardando le immagini sembra che i vari rami siano contorti e seghettati più che suddivisi varie volte. Facendo un confronto con esemplari più giovani ci si accorge come piante di decine di anni, presenti un po' ovunque nell'isola sulle strade, abbiano al massimo 3 o 4 divisioni e un aspetto totalmente diverso. Si intuisce quindi la notevole età di questo esemplare. Il parco botanico in cui è conservato non è eccezionale ma presenta varie altre specie endemiche delle Canarie.

Poco distante dal Drago Millenario c'è la casa delle farfalle, una struttura che raccoglie lepidotteri da ogni parte del mondo!
Entrando nella grande sala chiusa si viene trasportati in un ambiente tropicale estremamente umido, pieno di piante e con farfalle svolazzanti per ogni dove!
Si può iniziare un vero e proprio safari (io l'ho fatto ovviamente ;) tentando di fotografare tutte le specie presenti nella sala, vi posso assicurare che ne vale la pena! In alcune bacheche sono contenuti bruchi e crisalidi per far vedere il ciclo vitale e le varie fasi della metamorfosi.














Dopo una breve sosta nel parco cittadino per il pranzo sono ripartito alla volta di Masca. Questo paesino di 120 anime, ancora molto tradizionale nonostante sia visitato da un gran numero di turisti, si trova in una delle regioni più impervie dell'isola. Attraversando i monti del massicio del Teno si arriva ad un profondo canyon che arriva fino al mare dove nella zona più elevata è saldamente ancorato alla roccia il paesino di Masca. Il mio piano originario era di scendere tutta la valle per arrivare alla spiaggia e da li diregermi con una barca alla volta di Los Gigantes, una spiaggia turisitica che sorge al lato di una altissima scogliera a picco, per poi completare il giro dell'isola tornando a La Laguna dal lato sud. Purtroppo non essendoci barche disponibili ho dovuto cambiare piani e limitarmi a visitare il paese: la discesa avrei potuto farla senza grandi problemi ma la risalita sarebbe stata oltre le mie capacità fisiche... Il panorama si è dimostrato mozzafiato, l'unico termine di paragone che mi viene in mente è la valle in cui entra l'elicottero di Jurassic Park appena arrivato sull'isola... in quel caso si trattava delle Hawaii, altra sede di importanti telescopi, anche solari, sarà un caso?














Fare il giro per il paese è stato molto faticoso, la pendenza è elevata e si va sempre in forte discesa o salita. Il panorama però è impagabile. Molto caratteristica la piazzetta: con una piccola chiesetta, è lo spiazzo piano più grande del paese e consiste in circa 200 metri quadri di terrazza sulla valle. Il viaggio di ritorno è stato alquanto lungo visto che dovevo ripercorrere circa 70 km con 3 cambi di autobus prima di arrivare a casa e la cosa più difficile è stata rimanere sveglio in prossimità della fermata dove scendere. Ormai la mia sonnolenza sui veicoli a 4 ruote è diventata proverbiale... ma in fondo avevo fatto molta strada anche a piedi e la stanchezza può essere una buona giustificazione!