giovedì, dicembre 16, 2010

lunedì, dicembre 13, 2010

Sotto la stessa Luna



Dal balcone di casa con il telescopio e la reflex. Versione in alta risoluzione

sabato, novembre 27, 2010

Fornace solare

Spesso gli appassionati di astronomia rimangono stupiti dalle differenze di dimensione che ci sono tra telescopi diurni e telescopi notturni. Mentre i primi solo recentemente stanno superando il metro di diametro i secondi viaggiano ormai oltre i 10 metri. Il motivo è presto detto, il Sole è molto più vicino, ci arrivano molti più fotoni e possono diventare difficili da gestire. Già Archimede nel passato sembra aver sfruttato gli specchi per concentrare questa fantasmagorica energia bruciando le navi romane che assediavano Siracusa. Un telescopio che punta il sole insomma diventa molto velocemente uno specchio ustore in grado di bruciare l'attrezzatura se non lo si progetta con cura. E anche così non è facile attualmente andare oltre il metro e mezzo di diametro. Cosa succede se si osa troppo lo vedete qui sotto



In questa stazione da 1 Mw di potenza in Francia, la luce solare viene concentrata per effettuare esperimenti ad alta temperatura su materiali sperimentali. Il sistema equivale circa ad un telescopio con diametro di 20 m, solo che qui la qualità ottica non deve essere così elevata perché non si vogliono ottenere immagini ad alta risoluzione dell'atmosfera solare, solo concentrare i raggi di luce per avere tanta energia! E in questo modo si arriva fino a temperature di 3500 °C nel fuoco dello specchio, il flusso di calore è tale da poter sciogliere qualunque materiale finora noto, persino rocce!

Per avere immagini più dettagliate però è indispensabile (tra le altre cose) uno specchio di dimensioni sempre più grandi. Come risolvere quindi il problema? Semplice si seleziona solo una piccola parte della luce in arrivo, quella di un piccolo dettaglio della superficie del Sole. Per farlo si usa un Heat Stop, ovvero un blocco per il calore. Si tratta, per dare una descrizione alquanto calzante, di uno schermo forato su cui viene proiettata l'immagine del Sole e da cui si preleva solo una porzione centrale, eliminando tutti i raggi non desiderati. Il gruppo di Fisica Solare dell'Università di Roma Tor Vergata sta sviluppando questo indispensabile strumento per il telescopio solare di nuova generazione EST (European Solar Telescope) che avrà uno specchio principale con un diametro di 4 metri e che è attualmente in fase di progettazione. Riuscirà ad eliminare 13 Kw di energia mantenendo tutta la strumentazione a temperatura ambiente per evitare turbolenze interne al telescopio che degraderebbero l'immagine. Come avrete capito dal video riuscire in un compito del genere non è affatto una banalità. Per riuscirci sono state impiegate tecnologie usate negli impianti nucleari a fissione, la densità di energia infatti è dello stesso ordine di quella assorbita dai sistemi in prossimità delle barre di Uranio del nocciolo!

giovedì, novembre 25, 2010

Striscione

Riportiamo in altro l'Università. Anche dalla cima del rettorato di Tor Vergata lo striscione che campeggia su tutti i tetti culturali d'Italia. Soddisfazione personale di vedere una mia foto su Repubblica.it (la nona in questa galleria)

mercoledì, novembre 24, 2010

Vigilia

Domani è una giornata storica. Domani è la giornata che verrà ricordata in un lontano futuro come il giorno in cui l'Italia si è arresa. Pochi si rendono conto della portata di ciò che avverrà domani, i pochi segnali che stanno arrivando non vengono purtroppo compresi. Tento di far capire la portata del cambiamento senza giri di parole già visti.

Domani il Governo Italiano porterà all'esame del Parlamento una riforma dell'Università strutturale, che non modifica una parte del sistema, ma ne imposta uno nuovo. Per avere un analogo bisogna tornare indietro alla riforma Gentile. Lo fa in un momento di crisi politica e al minimo di autorevolezza interna ed internazionale. Per anni l'Università è stata sminuita nella sua funzione con tagli e aggiustamenti che l'hanno portata alla stato attuale. Quella di domani è paragonabile alle altre? Siamo davanti ad un nuovo autunno caldo come i tanti altri che ci sono stati in precedenza? No.

Ci troviamo davanti ad una transizione di fase, che non avviene improvvisamente ma in seguito ad un lento cambiamento, sempre rivolto nella medesima direzione, che è arrivato ad un punto in cui la condizione generale cambierà radicalmente. Attenzione però il punto di rottura è difficile da individuare perché gli effetti sul resto della società saranno minimi nell'immediato futuro. Come una crepa che lentamente si allunga in un vetro quella dell'Università si creerà domani, dopo anni di ripetuti colpetti. L'Università si accorgerà subito della crepa perché è da li che inizierà a rompersi il Paese, ma nella società si allungherà poco alla volta e il vetro si romperà in due solo fra tanti anni. 

L'Università che verrà creata dopo l'approvazione del DDL Gelmini sarà un'Istituzione privata del suo cuore pulsante: la Ricerca. L'impianto è tale per cui tale attività, la più alta attività culturale, ovvero la produzione di nuova cultura, verrà interrotta nel luogo dove viene formata l'Italia del futuro. Se c'è una cosa che ho imparato nei sei anni passati all'interno dell'Università è che le innovazioni che renderanno migliore la nostra società del 2050 stanno nascendo oggi come idee degli studenti che vedo ogni giorno nelle aule. Quando inoperosamente smettono di studiare e scambiano le loro idee sui più disparati argomenti, gli studenti dell'Università stanno costruendo il futuro dell'Italia. Quando nei prossimi anni, quasi stupiti di come stiano diventando qualcosa di serio, applicheranno la parte migliore di quelle idee sul posto di lavoro avranno iniziato a far girare il meccanismo che porterà ad un Italia migliore. Avviene sempre tutto ciò? No, in rari casi in questo delicato ecosistema. La radice di queste idee arriva da un'Università Libera. Libera di costruire nuove idee analizzando criticamente le vecchie, libera di scoprire cose nuove e impreviste nei laboratori, libera di confrontarsi con il resto del Mondo, libera di distruggere le vecchie impostazioni formali per crearne delle nuove, in qualsiasi campo. Questo è fare Ricerca.
Ciò in cui si vuole trasformare l'Università è un superliceo, che insegni ciò che vi è di assodato e lo applichi nel mondo produttivo. Il Paese che ha dato i natali a Galileo finirà di chiedersi come è fatto il Mondo. Lo farò solo in ghetti isolati, istituti di ricerca in cui i pochi interessati potranno ancora smontare il Mondo e ricomporlo in forme nuove, luoghi da cui però non passeranno tutti gli studenti come ora. I Professori inizieranno a fossilizzare il loro modo di insegnare senza lo sprone della Ricerca. Perderemo grandi idee perché non permetteremo ai giovani di mettere in dubbio le vecchie. Perderemo giovani interessati alla Ricerca perché non la vedranno mai durante il loro percorso di formazione.

Succederà il prossimo anno? No, il prossimo anno sarà quasi uguale a questo, ma sarà morto qualcosa. Ci metterà anni a rendersi evidente, anni in cui questo momento passerà inosservato e in cui le idee nasceranno ma sempre in minor numero. Il Paese si sarà arreso ma come un treno in corsa continuerà ad andare avanti per inerzia ancora per un po', a motore spento. Si può sacrificare la Ricerca in Italia oggi? Per la dirigenza attuale concentrata solo sul presente non c'è dubbio che la risposta è affermativa. Ci sono altre priorità molto più contingenti. E' evidente che sono queste a determinare la bilancia delle elezioni.

Una scelta tanto radicale viene fatta da un Governo che ha depresso il ruolo culturale e di crescita dell'Italia nel Mondo, in un momento di crisi politica evidente. Una riforma strutturale dell'Università va fatta, al più presto e con principi diametralmente opposti. Va costruita insieme alle menti del Paese, di tutte le età, e con il più ampio consenso politico.

Nei prossimi anni cosa daremo al Mondo? Oggi le menti migliori fuggono all'estero perché il genio italiano non ha gli spazi per svilupparsi e diventare adulto. In un futuro non ci saranno più menti da esportare, né da far crescere qui. L'Italia, che da sempre ha dato il suo più grande contributo al Mondo nel far crescere la conoscenza di sé più che in qualunque altro ramo, avrà fallito nel dare il suo contributo nel far avanzare l'Umanità.

Scritto da un pessimista che tenta di fare congetture realistiche, nella certezza che il DDL verrà approvato.

martedì, ottobre 26, 2010

Blogger->FriendFeed->Twitter->Facebook

Da oggi provo a cambiare stile al blog rendendolo più snello, diciamo uno stile text only ma più lungo rispetto a quanto scrivo su Twitter. A proposito, li leggete mai i miei aggiornamenti Twitter sulla barra a sinistra? Da qui poi i feed vanno su Twitter tramite FriendFeed e quindi arrivano  Facebook. E' una prova, vediamo se funziona...

Ve lo avevo detto che sono stato in America?

Per chi non seguisse gli aggiornamenti dai social network: sono stato negli States per alcune osservazione alla torre solare di Sacramento Peak in New Mexico. Di ritorno ho fatto scalo a Chicago e sono stato sul grattacielo più alto d'America, la Willis tower, fu Sears tower (ha cambiato nome). Quella del King Kong con gli elicotteri per intendersi.

mercoledì, settembre 01, 2010

Vigeland Park, Oslo

Eccovi un video con i miei scatti migliori del viaggio in Norvegia, un tramonto di fine estate nel Frogner Park di Oslo, tra le statue di Vigeland. In fondo i link alle gallery delle foto del Vigeland Park e del resto della vacanza in Norvegia.



Vigeland Sunset
Fiordi Mentali

venerdì, agosto 27, 2010

Copenaghen

Uno dei migliori libri sulla scienza che abbia mai letto, in grado di svelare il lato umano di due tra i più importanti uomini che hanno cambiato la visione del mondo che ci circonda nel corso del '900. Quest'opera teatrale restituisce a chi rimane all'esterno del mondo scientifico la dimensione del tormento, dell'ansia, delle paure che sono state affrontate dai fondatori della teoria atomica moderna nel momento in cui hanno preso coscienza della possibilità di usare la smisurata energia contenuta nell'Uranio per scopi bellici. E più in generale restituisce l'indeterminazione, questa forse la parola centrale di tutta l'opera, di uno scienziato davanti ad un dilemma morale tra i più inestricabili della storia.
Non solo, tutta la struttura e l'impianto dialettico sono un tentativo di applicare le teorie quantistiche di interazione tra le particelle e l'incertezza sulle misure all'interazione dialettica tra le persone. La difficoltà storica di ricostruire un breve dialogo così centrale per gli sviluppi finali della seconda guerra mondiale diventa quasi una prova che una ricostruzione storica accurata di un evento sia quasi impossibile. La sensazione è che lo scontro di idee, anche solo tra due persone, non sia ricostruibile in maniera oggettiva, anche sapendo le esatte parole pronunciate: queste non sono altro che uno dei possibili modi in cui i due pensieri scontrandosi sono collassati in una osservabile misurabile, il dialogo tra i due. Anche gli storici, ricostruendo le idee dietro a tale dialogo trovano valori che sono influenzati dall'osservatore, rendendo la ricostruzione non obiettiva.
Raramente ho riletto un libro non appena averlo finito, in questo caso spinto ad avere subito una seconda rilettura più approfondita, anche nell'ottica dell'ottimo post scriptum dell'autore.

mercoledì, giugno 30, 2010

Un passo nel futuro

Quando ormai quasi 6 anni fa ho acquistato il primo lettore mp3 ero convinto che sarebbe stato un acquisto che avrebbe cambiato il modo che avevo di ascoltare musica. Così è stato, sentire la musica sui mezzi pubblici la mattina è una cosa che raramente non faccio (solitamente giusto la mattina di un esame per la tensione nervosa). Ormai poter sentire i miei brani preferiti (avendoli tutti o quasi con me) ovunque mi vada è diventato una cosa così naturale che non ci penso più. Ottimo acquisto, non me ne pentirò mai.


Ecco, con l'iPad la sensazione è questa: cambierà il mio quotidiano approccio ai contenuti della rete, ai video, alla connettività via mail, social network e qualunque cosa si inventeranno nel futuro. Con una differenza, nel caso del lettore mp3 non mi era sembrato di entrare in contatto con un oggetto futuristico da film di fantascienza. La sensazione è che improvvisamente mi sono ritrovato in un futuro altamente tecnologico, così, da un giorno all'altro

mercoledì, maggio 19, 2010

mercoledì, aprile 21, 2010

In volo per la Stella

Vola stellina, vola felice sulla Terra trapunta di città abbaglianti.
Ogni sera più bella, ogni sera sempre più irraggiungibile nel tuo cielo costellato di fiori scintillanti.
Vola verso la tua meta sconosciuta, viaggia verso i nostri sogni più lontani...

Ti vedo apparire poco prima del tramonto, compari man mano tra la luce del cielo diffuso, la più brillante tra le stelle del giorno morente. Segui il Sole correndogli incontro, mentre si tuffa in mare, un grande rubino infuocato. E quando ormai il suo disco lucente è scomparso tra le onde, inizi a illuminare di un fulgido bianco tutti noi, nel cielo rosa che si va scurendo. La prima a preoccuparsi delle nostre sorti, la prima che accorre a salutare i suoi amici prima che vadano a dormire
A questo punto mi alzo in volo, mai stanco anche dopo una lunga giornata, attirato dall'odore salmastro che diventa un richiamo atavico e irresistibile. Supero i tetti, il mio rifugio diurno, scanso palazzi, passo appena sopra i comignoli di questa città in cui vivo di giorno. Noi abitanti del mare fin dai tempi più antichi ci siamo ridotti nella pigrizia e nella necessità ad abbandonarlo per vivere al fianco di queste strane e tristi creature, nelle loro scogliere di cemento. Alcuni di noi non sanno più come sia fatta la nostra casa: vento e onde, sabbia e alghe, scogliere a picco e una linea senza limiti di un blu scuro in cui non abbiamo mai avuto paura di perderci senza poter tornare a riva. Alcuni di noi non lasciano mai la città, ma io si. Guidato dalla mia fulgida amica seguo la strada di aria che mi porta al porto, piena di vicoli odorosi che sanno di sale, di pesci e di vento. A volte scompari mia piccola stella tra le insegne dei palazzi, ma non oso chiedere aiuto alle tue sorelle: è allora che volo più in alto per ritrovarti. Tu sola puoi portarmi a destinazione, non è un viaggio solitario il mio se ci sei tu a farmi da guida. Ed ecco che mentre l'ultima nota di rosso scompare e il cielo si fa blu scuro, superata l'ultima linea di case, vedo il porto venirmi incontro.

Vi vedo di nuovo amici, abitanti che non riesco a distinguere di questo mondo blu. Ugualmente come tutte le sere sento che rivolgete a me i vostri pensieri, i vostri sogni. E io sono felice di accoglierli e portarli con me. Vi guardo dall'alto come sempre, incuriosita dalle vostre attività. Distinguo le coste, vedo le città che gareggiano come sempre con le mie sorelle per illuminare il lato scuro di questa sfera blu che sta volgendo al nero della notte. Vi osservo anche quando voi non mi osservate, quando il cielo appena sotto di me è latteo di nuvole e qui e li spunta il verde delle foreste. E poi, proprio quando arriva il momento di volgere nell'altra metà più scura, sento arrivare i pensieri del mio amico, quasi lo vedo tra le luci che si accendono di quella città sul mare, ecco mi sembra di scorgerlo tra le navi del porto... lui che più di tutti mi chiama in questa notte appena nata.

Ecco mi fermo, ma solo per poco, sopra lo scafo di questa grande casa galleggiante. Un trattore del mare che percorre queste strade liquide arandole con le sue reti. Sta uscendo dal porto, inizia ora la sua attività. Mi alzo nuovamente in volo, alcuni dei miei compagni volano intorno allo scafo attendendo qualche scarto del giorno prima. A me non interessa, catturerò ciò che mi occorre alle prime luci dell'alba per mia abilità dalla grande massa liquida che ora sovrasto. Non sono qui per questo, devo farmi guidare verso il mare devo andare a un incontro che non posso mancare, quasi la sento e devo raggiungerla. La vedo mandarmi raggianti messaggi mentre prosegue nel suo cammino. Devo affrettarmi o non arriverò in tempo. In un rituale che non posso mancare cerco di raggiungerla anche se so che non posso, in un luogo che pochi sanno vedere. Li dove mare e cielo si toccano nello stesso colore, quando la notte è ancora giovane e il mare è calmo. Quando fra te e il cielo non c'è altro che il tuo spirito che si libra sulle acque nella notte più limpida dell'anno. Non serve volare verso l'alto, so che è inutile. In tutta la mia breve vita mai come stasera mi sembra di vederla vicino anche se so dopo tutti i tentativi spesi che non conosco il modo di raggiungerla.

Sento che questa notte è speciale. Mai come prima d'ora ho veduto il mondo sotto di me. Non scorgo solo le città luminose, non vedo solo l'intricato cammino di strade. Riesco a guardare i miei amici in volto. Altre volte li ho visti ma non così. Scorgo le auto, le navi; ecco il luogo dove vive il mio amico, vorrei farvi visita e fermarmi ma il mio compito mi impedisce di sostare. Proseguo sul mio cammino, sul destino che forgio io stessa nel mio moto. Eppure sembra che questa sera sia più vicina di quanto avessi potuto dire, sembra quasi che qualcuno mia stia facendo avvicinare. Che sia il mio amico che corre sul vento? Che sia il suo cuore di spuma a legarmi questa sera come una barca che infine arriva al suo porto? Ecco, mi corre incontro, mi segue, brama la mia luce eppure sa dentro di lui che non gli sono destinata.

Le storie narrano che nella notte dei tempi potevamo incontrare le nostre beneamate, le nostre guide in un luogo che non è mare e non è cielo, in cui non si può volare se si ha paura di tornare indietro. I miei compagni non hanno timore alcuno di volgersi verso il mare aperto, eppure chi ora prova ad andare davvero in quel luogo è mosso a ritirarsi e solo con grande fatica torna alla riva. E sono ormai pochi perché la maggior parte ha dimenticato.
Io non provo altro timore che il non potervi giungere, non poter arrivare ad incontrarla almeno una volta. Non volgo mai indietro il mio proposito, ma quando alla fine giunge il momento la vedo sempre sparire nel mare senza poterla salutare. Ogni notte in cui ho potuto seguire la sua strada mi sono sempre ridotto alla fine a posarmi sul mare, sconfitto. Poi cullato dalle onde ho dormito fino al mio risveglio. Il mio primo pensiero è a lei ormai lontana dietro l'orizzonte. Ogni volta che tento lei sembra volare sempre più in alto della volta precedente, sempre più lontana perfetta a e irraggiungibile, quasi che i miei sforzi servano solo a farla allontanare di più da me.
Ma in questa sera in cui sento la brezza scorrere veloce sotto le mie ali mi scopro capace di volare come mai ho fatto. Il luccichio confuso delle sue sorelle si vede appena, riflesso sulla cima delle onde, e anzi sembra quasi che tutte le altre stelle stiano sfumando nel blu del cielo mentre la mia stellina prende vigore e si accende di una luce mai vista.

In questa strana notte il procedere mi è difficile, sembro quasi attratta da una forza irresistibile alla quale non posso far altro che piegarmi, ecco mi avvicino ancora. Precipito quasi in una corsa forsennata, le mie sorelle sembrano allontanarsi e dietro di me sembra quasi ce ne sia una che mi rassomigli in tutto.

Attorno a me tutto si fa confuso e blu, sto forse volando al contrario, rivolgendo il mio cuore al cielo invece che al mare? Riflessa sopra di me, in quella che forse è l'acqua mossa dalle onde, vedo un'immagine fugace della città. Non ho rimpianti: la lascio volentieri per il mare. Per un attimo mi sembra di vedere il grande scafo bianco lontanissimo dietro di me e subito avanti a questo un mio compagno in tutto simile a me, forse uno dei pochi che ancora sa e che tenta anche lui di raggiungere la sua stella?

Ecco sono ormai lontana dalle mie sorelle, mi avvicino sempre più veloce e non distinguo più nulla, non più le città, non più le coste o i paesi, tutto si fa di un blu scuro attorno.

Mi sembra quasi di essere entrato in una linea, tutto attorno a me ha perso di significato, tutto tranne lei, ovunque solo quel colore blu dal quale non so fuggire. Sei sempre li a guidarmi e io non faccio altro che correre verso di te.

Ed ecco che in un istante i due arrivano sull'orizzonte della notte, tra il mare e il cielo. E tutto si ferma d'improvviso. Vedono il cielo con tutte le sue fulgide stelle, vedono la città, la costa con le case sulla spiaggia del paesino di pescatori, le navi, le piccole barche contornate da ali festose e amiche. Tutto è fermo in un immagine sognante. Tutto è così vicino da essere a portata di mano e insieme così lontano da non poter essere mai più raggiunto, ma non è quello l'importante. Sono finalmente insieme. Ovunque voi siate in ogni direzione potete vedere l'orizzonte, potete descriverlo o almeno provarci ma non potrete mai sapere come si vede il mondo da quella linea colorata confusa tra due elementi così diversi. E anche standovi, non avreste le parole adatte per descriverlo agli altri.
Ma quello che finalmente lui vedeva gli riempiva il cuore, perché racchiudeva tutto il mondo che loro amavano e soprattutto perché lo stavano condividendo con chi più di chiunque altro desideravano incontrare.

Eccoti finalmente, bella come ti ricordavo, unica come una stella del cielo, leggiadra come una piuma candida, compagna di una vita che tu non ricordi più. Finalmente posso abbracciarti di nuovo come mai ho osato sperare. Ecco finisce, forse durerà ancora il tempo di un bacio e poi...

Il giorno dopo, a sera nel porto non si vede più allontanarsi quel gabbiano lucente che ogni sera tornava al mare, quello che una volta vi tornava per pescare con la sua compagna. Ora anche lui non si vede più. Ma guardando l'orizzonte, poco sopra il mare, c'è sempre la sua stellina, che forse ora si è fatta ancor più luminosa.

mercoledì, marzo 10, 2010

martedì, febbraio 23, 2010

La caduta


Per rifare il marciapiede stanno tagliando tutti gli alberi sul bordo di via Lemonia, stravolgendo per sempre il panorama che si gode da casa mia...

domenica, febbraio 21, 2010

Hanami, anche senza Sakura nipponiche

L'Hanami è la tradizionale usanza giapponese di andare nei parchi ad ammirare la fioritura degli alberi, in particolare dei ciliegi giapponesi.

Ultimamente avevo notato lo schiudersi dei primi boccioli nel parco e così ieri sono andato speranzoso di trovarne alcuni completamenti fioriti, e così è stato. Le piante che ho fotografato sono sicuramente dei pruni, non so di che specie (al loro interno ci sono oltre ai ciliegi le piante delle albicocche, prugne, mandorle pesche...) forse proprio alberi di prugne, comunque i fiori hanno la stessa forma di quelli tradizionali giapponesi, anche se una sfumatura più lattiginosa.



Chissà se riuscirò mai a passare una giornata contemplativa sotto un Sakura del parco Ueno a Tokyo o in uno degli altri meravigliosi parchi giapponesi

Trovate tutte le altre foto fatte da me in questa gallery

giovedì, febbraio 18, 2010

Una nuova finestra sul mondo

L'altro giorno è stata installata e aperta la Cupola sulla Stazione Spaziale Internazionale. Si tratta di un grande oblò da cui si potrà tenere d'occhio la Terra, manovrare il braccio robotico della stazione e controllare le fasi di attracco alla stazione come se fosse una torre di controllo. Ma è soprattutto uno tra i luoghi più belli da cui osservare il Mondo che l'Uomo abbia mai creato.


domenica, febbraio 14, 2010

Quel bianco che non ti aspetti

Ovvero Roma sotto la neve come non si era vista da anni. Ora ne rimane ancora un po' ai castelli, ma è destinata a rimanere solo nei nostri ricordi...

lunedì, febbraio 08, 2010

L'Ultima Notturna

Splendido lancio questa mattina, l'ultimo effettuato di notte dagli shuttle. Ora gli astronauti hanno davanti 13 giorni di lavoro in orbita che permetterà il quasi-completamento della stazione (trovate i dettagli nel video sotto). Mancano alcuni moduli russi e uno dei cargo usati dalla Nasa, il modulo Leonardo, che nel suo ultimo volo verrà lasciato permanentemente agganciato alla stazione.



domenica, febbraio 07, 2010

STS-130

In questi gironi ci sono alcuni lanci da seguire. Anzitutto questa mattina c'è stato il primo tentativo per la missione shuttle STS-130, rinviato a causa del maltempo. Ci riproveranno domani mattina alle 10.14 ora italiana, come al solito si può seguire la diretta su NASA TV. L'Endeavur porterà su gli ultimi pezzi volumetricamente significativi della Stazione Spaziale Internazionale, ovvero il NODE 3 Tranquility e la Cupola. Si tratta di un modulo multiservizio che permetterà agli astronauti a bordo della ISS di ampliare ulteriormente le possibilità abitative e contiene sistemi di controllo termico e ambientale. In una delle porte, inoltre, verrà installata la cupola, un gigantesco oblò che permetterà di controllare i movimenti del braccio robotico canadese e di guardare come non è mai stato possibile prima la Terra. Si tratta di una cupola con 6 oblò del diametro di 3 metri che verrà installata nella porta Nadir del modulo Tranquility; sarà quindi sempre puntata verso la Terra (non vedo l'ora di gustarmi le prime foto).



Mercoledì se tutto va bene verrà inoltre lanciato un importante satellite per l'osservazione del Sole, il Solar Dynamics Observatory (SDO). Viene considerato un po' il successore di SOHO e produrrà la bellezza di 1.5 TB di dati al giorno.

giovedì, febbraio 04, 2010

Milkyway

Da oggi verrete allietati in apertura di blog con la fantastica foto panoramica della Via Lattea che vedete qui sopra, che sostituisce la vecchia (molto zen) foto dei ciottoli scozzesi, ormai fuori formato.

La scorsa estate durante la fantastica notte trascorsa immerso tra le stelle all'osservatorio del Teide a Tenerife avevo mappato fotografandola tutta la Via Lattea: la vedevo realmente per la prima volta, in tutta la sua magnificenza. Per tutti quelli che non hanno mai provato l'esperienza di essere accecati dalla luce di una quantità immensa di stelle nel buio più completo, per chi non ha mai visto risplendere il nucleo della nostra galassia adombrato da spumeggianti nebulose oscure eccovi la foto panoramica di quella notte.


qui trovate una copia ad alta risoluzione

sabato, gennaio 23, 2010

Avatar

Breve commento sul film che viene considerato ormai lo spartiacque nel mondo del cinema tra l'era pre-3D e l'era 3D. Si ripropone il teatrino del film amato e contestato, che va visto per poterne discutere appassionatamente, chi pro chi contro e che nel frattempo fa incassi da record. Avatar si avvia a battere come incassi totali in tutto il mondo Titanic, sempre di Cameron; un primo punto a favore, toglie dal primo posto un polpettone che non ho mai digerito (si lo so, a metà di voi piace moltissimo...)

Quando ne ho sentito parlare le prime volte e c'era ancora il più stretto riserbo sulla trama dal titolo mi ero fatto delle false speranze, speravo fosse di estrazione cyberpunk e così non si è dimostrato.

Dai primi trailer si capiva che l'ambientazione non era male: un satellite di un pianeta gassoso gigante dove gli umani facevano la parte degli invasori: un po' abusato ma interessante. Non mi hanno convinto da subito i colori accesi dei nativi e in generale la resa degli alieni ma ero fiducioso in una migliore resa in HD.

Il successivo lunghissimo teaser trailer invece rivelava sostanzialmente la trama di buona parte del film che si può riassumere con una parola: Pocahontas.


Ora dopo la visione del film il mio giudizio generale è abbastanza buono, diciamo un 7.5. Il merito che sicuramente va dato a Cameron è di aver creato un film di quasi tre ore che nonostante una trama scontata riesce a catturare l'attenzione dello spettatore. Questo perché è uno spettacolo visivo che affascina e cattura. E' il primo vero lavoro in cui il 3D non viene usato a sproposito e in cui la regia sfrutta tutta la tridimensionalità possibile. Tranne rarissimi casi non ci sono inquadrature con un 3D volutamente sottolineato teso a stupire lo spettatore (la goccia iniziale che viene messa a fuoco mano mano ne è un esempio). Tutta l'azione è 3D e viene resa in maniera molto naturale. Gli effetti speciali sono notevoli e anche i Na'vi sono resi molto bene. Un difetto rilevabile è la mancanza di dettagli e imperfezioni fini ad esempio sul volto, che a detta dei più non fanno reggere il confronto con Gollum, che ha ormai i suoi bei annetti.


Per il resto la trama è scontata e i personaggi tagliati con l'accetta. Il capo della miniera è forse uno dei peggiori personaggi della storia del cinema in quanto a character design. Nella parte finale il moralismo imperante diventa incredibilmente fastidioso. In generale la prima parte del film è sicuramente più godibile; magari con un colpo di genio a metà che rendesse la trama non banale avrebbe avuto molti meno denigratori. Un plauso per la resa della tecnologia del futuro (eccezion fatta per gli esoscheletri)

In sintesi: da vedere, ma non ti cambia la vita. Pensarlo come un quadro 3D in evoluzione ad altissima risoluzione e pienamente immersivo aiuta.

mercoledì, gennaio 20, 2010

Stiamo costruendo la terza corsia


Come potete vedere la ristrutturazione del blog ha finalmente mosso i primi passi. Dopo una iniziale riconsiderazione dei vari social network che ora utilizzo in maniera incrociata (nel senso che sono connessi via friendfeed) sto ora aggiungendo gli aggiornamenti nella nuova colonna a sinistra: la terza corsia autostradale del mio blog! Cercherò di sopperire in questo modo all'ormai annoso problema della poca voglia di scrivere che mi colpisce da un po'. Cercherò di ritornare a ritmi più accettabili di aggiornamento anche del blog ma nel frattempo potrete leggere le ultime news e gli spunti che lancio via facebook e twitter.

Contemporaneamente sto riconsiderando la disposizione dei widget nelle due colonne ed ho ottimizzato (povero il mio vecchio pc fisso) per una visione su schermo 16:9. Qualsiasi problema di visualizzazione doveste avere fatemelo presente, cercherò di sistemarlo... il lavoro è ancora lungo ma il codice html a 3 colonne è sistemato, quindi il più è fatto!