giovedì, aprile 02, 2009

Ponyo!


Ieri sera, in una splendida serata passata al Pigneto, ho visto Ponyo sulla scogliera! Lo spettacolo visivo di colori e il tratto assolutamente unico colpisce fin dal primo momento lasciando letteralmente di stucco! Già dalle prime immagini trapelate si poteva vedere che lo stile sembrava quello di un disegno fatto con i pastelli, tratteggiato delicato e coloratissimo. Il dubbio rimaneva se fosse solo una prova per i personaggi o fosse lo stile di tutto il film. Ebbene proprio tutto il film, disegnato a mano, è effettivamente un elogio al pastello! I fondali sono semplicemente fantastici e questo stile molto particolare colpisce al cuore. C'è ovviamente chi non apprezza preferendo uno stile più tecnico e realistico che ovviamente io non disprezzo. Vista però la mia grande passione da sempre per i pastelli non posso non considerare stilisticamente e coloristicamente Ponyo il mio lungometraggio animato preferito!

Venendo alla trama avevo il timore che Ponyo aderisse troppo all'idea di base della sirenetta, alla quale evidentemente deve una grossa ispirazione per l'idea di base del pesciolino che vuole diventare umano. Una preoccupazione inutile perché questo tema viene declinato in tutt'altro modo da Miyazaki, rendendo il riferimento un semplice omaggio senza doversi accollare alcun debito artistico. A livello di intreccio Ponyo è forse il film più lineare dello Studio Ghibli e si allontana molto dalle altre opere del sensei. Persino Totoro che si avvicina molto come target di età minima per potersi avvicinare all'opera ha una trama più complessa ed elaborata. L'estrema semplicità iniziale viene però modulata da una serie di fatti volutamente non detti che rimangono inesplorati dando l'idea di una base forte per la magia posseduta dai personaggi.
L'attenzione è tutta focalizzata su Sosuke e Ponyo permettendo anche agli spettatori più vicini come età ai protagonisti di partecipare appieno alle avventure dei due. L'adulto non rimane però deluso: sapendo apprezzare il tema e ponendo attenzione ad alcuni dettagli la trama diventa ricca di spunti di riflessione senza appesantirsi mai. In alcuni momenti il ritmo lento permette e quasi invita alla riflessione, senza mai annoiare.

Venendo alle citazioni la più evidente è proprio l'omaggio alla sirenetta, per la trasformazione da mondo acquatico a terrestre, da cui però si distacca fortemente per le modalità e le motivazioni. Come colori l'unico altro lavoro che mi viene in mente è la Gabbianella e il Gatto che forse lo ricorda anche per l'ambientazione in una piccola città portuale.
Fujimoto, il mago del mare e padre di Ponyo, sembra una perfetta unione tra:
il capitano Nemo, accanito difensore del Mare sul suo battello sottomarino;
il mago Artaxerxes di Roverandom, umano proveniente dalla terraferma che in mare diventa un gran pasticcione, sempre alle prese con provette, e che ha sposato la figlia del Re del Mare.
L'energia di Ponyo, che non sta mai ferma un momento, sintetizza perfettamente un pesce guizzante e indomito. Allo stesso tempo è un po' una summa dei bambini dell'età prescolare sempre carichi di energia e curiosissimi, come anche Sasuke.

Dovendo posizionare Ponyo tra le altre opere del maestro non saprei dove metterlo, soprattutto rispetto al più vicino come tematiche e target d'età: Totoro. Penso che alla fine assegnerò un secondo posto ex equo ai due film più fiabeschi sopracitati, subito sotto la Città Incantata!

Ultimo elemento che vorrei sottolineare è la stupenda geografia del film e la straordinaria caratterizzazione dei mezzi di trasporto che sembrano usciti da uno di quei libri per l'infanzia che spiegano come sono fatte dentro le cose.

Eleggo da ora in avanti la casa sulla scogliera la mia dimora ideale: accarezzata dal vento, immersa nel verde, protesa sul mare come un vecchio faro ma vitale e colorata e mai isolata dal resto del mondo che la prende ad esempio e guida nei momenti di difficoltà di una tempesta!

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