giovedì, giugno 11, 2009

Il 6 e l'Italia che vorremmo

Non so se sapete o meno il machiavellico problema che si sta gonfiando negli ultimi giorni riguardo i voti e la promozione degli studenti delle scuole medie. Se siete a digiuno leggete prima qui qualche notizia basilare. In pratica l'idea portata avanti dal Ministero (mi rifiuto di credere che le direttive e le idee arrivino dalla Gelmini) è la meritocrazia all'estremo. In pratica se il ragazzo ha anche una sola insufficienza viene automaticamente bocciato.
Visto che i ragazzi non diventano da un anno ad un altro tutti dei geni la percentuale di bocciature si sarebbe impennata clamorosamente. Senza contare che la maggior parte delle volte non si tiene da conto solo la media dei voti o quante insufficienze ci sono ma anche come il ragazzo si è impegnato, se una bocciatura risulterebbe efficace o se è preferibile licenziare il ragazzo con una sufficienza anche risicata permettendogli di cercare un lavoro. Non si da peso quindi solo alle conoscenze acquisite ma a tutta un'esperienza di convivenza civile che serve a formare il futuro cittadino adulto.

Ora tale linea è efficace? Quali risultati ha portato negli ultimi 20-30 anni? Non sarebbe forse il caso di rendere il diploma di scuola media più difficile da raggiungere e quindi più indicativo di un effettivo livello culturale raggiunto? Dobbiamo ricordare d'altronde che si parla di scuola dell'obbligo...

Non c'è dubbio che larga parte dei ragazzi non abbondino in responsabilità, non comprendono il ruolo che un cittadino dovrebbe avere nella società, la loro capacità e il loro potenziale apporto al Paese. Anche guardando gli adulti però ammetto di avvertire la stessa sensazione, senza la scusante dell'età. Perché quindi in altri paesi ( la Scandinavia si posiziona al top) si respira tutt'altra aria? Li sembra che le persone abbiano più sale in zucca e voglia di apprendere (a tutte le età). Il Discorso è complicato ed estremamente lungo. Forse riguardo l'Italia l'istruzione è IL PROBLEMA. Volutamente senza pretese di completezza tronco qui gli spunti e passo ad illustrare arbitrariamente e dal mio punto di vista questa proposta ed una mia controproposta.

La situazione attuale dopo le direttive ministeriali è la seguente: si boccia con un'insufficienza. Per non dover bocciare il 70% dei ragazzi e più (si tratterebbe di numeri del genere) i professori si vedono costretti a dare almeno 6 in tutte le materie a chi risulta meritevole della promozione nonostante le valutazioni durante l'anno indichino un voto sotto il 5. Un falso ideologico. L'idea di porre una notifica all'interno della pagella (6 rossi, con l'asterisco o fogli esplicativi a parte) è stata nei giorni scorsi vietata dal ministero. Visto l'estremo ritardo in sostanza le scuole se ne fregheranno visto che gli scrutini finali spesso sono già stati fatti. Campeggeranno quindi un numero spropositato di sei in diverse veste grafiche sulle pagelle di quest'anno. Una misura autoritaria si sta quindi trasformando in una barzelletta scolastica in cui, escludendo i bocciati, non esistono studenti preparati in modo insufficiente in Italia: tutti diligenti lavoratori, molto distante dalla realtà purtroppo.

Controproposta: per ogni materia si affianca al voto classico di contenuto di studio, le conoscenze, voti per le competenze e le capacità (metodo usato, anche se non sfruttandone tutte le capacità, nel corso sperimentale che ho frequentato al liceo). A fine anno si media sulle tre votazioni e su tutte le materie, se si risulta sufficienti si è promossi. Se però il voto di conoscenze di una materia non risulta sufficiente si deve recuperare, con appositi corsi di recupero che andrebbero finanziati (proprio per l'assenza di fondi attualmente alle medie non esistono in modo istituzionale). Si contrae quindi un debito di conoscenze. Se le competenze e le capacità non sono sufficienti i ragazzi vanno seguiti, magari istituendo un corso per dare un metodo di studio solido. Se alla fine dei tre anni non sono stati recuperati tutti i debiti formativi il voto massimo ottenibile al diploma va scalato proporzionalmente. Ammettiamo ad esempio che considerando tutti gli anni e tutte le materie si risulti alla fine avere conoscenze sufficienti solo in 8\10 dei corsi, al massimo si potrebbe aspirare all'otto. I ragazzi sarebbero quindi motivati a recuperare (anche in corso durante l'anno se non d'estate) per non uscire con un voto basso. Questo sempre che la televisione non abbia completamente cotto il loro povero cervello e sperando che siano ancora interessati a presentarsi alla società come persone competenti e acculturate...

Fine sproloquio.

Nessun commento: