Poi il vento è aumentato ancora. Le nuvole che passavano troppo veloci per far cadere la pioggia sembravano un unico nastro grigio che avvolgendo tutto il cielo tramontava velocissimo sotto l'orizzonte. I cipressi hanno iniziato a piegarsi, flessibili e altissimi, sfidando il vento che quasi riusciva a piegarli fino a terra. Sul balcone chiudendo gli occhi riuscivo ad immaginarmi su una nave, un clipper o un brigantino ottocentesco, con le vele ammainate ad eccezione della maestra tesa sotto il vento, un grande veliero fragile sotto la forza del vento che fila sulle onde ad una velocità inimmaginabile.
E poi riaprendo gli occhi ecco alcuni gabbiani volare veloci nel cielo plumbeo. Parenti di quei maestosi volatili in grado di rivaleggiare anche con le tempeste più violente, sicuri e rapidi sulle acque scure, ormai ridotti a piccioni del nuovo millennio. Sarebbe fantastico anche solo per un giorno sfiorare le nuvole e cavalcare il vento impetuoso di un tifone per tornare ad una scogliera appuntita dove trovare un sicuro riparo da cui ammirare il fortunale abbattersi sulla costa.
Le foto sono assolutamente autentiche... e rispecchiano (spero) le sensazioni di lunedì scorso.
1 commento:
Assolutamente sì...ho chiuso gli occhi anche io..complimenti divoratore di mondi!
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