Vola stellina, vola felice sulla Terra trapunta di città abbaglianti.
Ogni sera più bella, ogni sera sempre più irraggiungibile nel tuo cielo costellato di fiori scintillanti.
Vola verso la tua meta sconosciuta, viaggia verso i nostri sogni più lontani...
Ti vedo apparire poco prima del tramonto, compari man mano tra la luce del cielo diffuso, la più brillante tra le stelle del giorno morente. Segui il Sole correndogli incontro, mentre si tuffa in mare, un grande rubino infuocato. E quando ormai il suo disco lucente è scomparso tra le onde, inizi a illuminare di un fulgido bianco tutti noi, nel cielo rosa che si va scurendo. La prima a preoccuparsi delle nostre sorti, la prima che accorre a salutare i suoi amici prima che vadano a dormire
A questo punto mi alzo in volo, mai stanco anche dopo una lunga giornata, attirato dall'odore salmastro che diventa un richiamo atavico e irresistibile. Supero i tetti, il mio rifugio diurno, scanso palazzi, passo appena sopra i comignoli di questa città in cui vivo di giorno. Noi abitanti del mare fin dai tempi più antichi ci siamo ridotti nella pigrizia e nella necessità ad abbandonarlo per vivere al fianco di queste strane e tristi creature, nelle loro scogliere di cemento. Alcuni di noi non sanno più come sia fatta la nostra casa: vento e onde, sabbia e alghe, scogliere a picco e una linea senza limiti di un blu scuro in cui non abbiamo mai avuto paura di perderci senza poter tornare a riva. Alcuni di noi non lasciano mai la città, ma io si. Guidato dalla mia fulgida amica seguo la strada di aria che mi porta al porto, piena di vicoli odorosi che sanno di sale, di pesci e di vento. A volte scompari mia piccola stella tra le insegne dei palazzi, ma non oso chiedere aiuto alle tue sorelle: è allora che volo più in alto per ritrovarti. Tu sola puoi portarmi a destinazione, non è un viaggio solitario il mio se ci sei tu a farmi da guida. Ed ecco che mentre l'ultima nota di rosso scompare e il cielo si fa blu scuro, superata l'ultima linea di case, vedo il porto venirmi incontro.
Vi vedo di nuovo amici, abitanti che non riesco a distinguere di questo mondo blu. Ugualmente come tutte le sere sento che rivolgete a me i vostri pensieri, i vostri sogni. E io sono felice di accoglierli e portarli con me. Vi guardo dall'alto come sempre, incuriosita dalle vostre attività. Distinguo le coste, vedo le città che gareggiano come sempre con le mie sorelle per illuminare il lato scuro di questa sfera blu che sta volgendo al nero della notte. Vi osservo anche quando voi non mi osservate, quando il cielo appena sotto di me è latteo di nuvole e qui e li spunta il verde delle foreste. E poi, proprio quando arriva il momento di volgere nell'altra metà più scura, sento arrivare i pensieri del mio amico, quasi lo vedo tra le luci che si accendono di quella città sul mare, ecco mi sembra di scorgerlo tra le navi del porto... lui che più di tutti mi chiama in questa notte appena nata.
Ecco mi fermo, ma solo per poco, sopra lo scafo di questa grande casa galleggiante. Un trattore del mare che percorre queste strade liquide arandole con le sue reti. Sta uscendo dal porto, inizia ora la sua attività. Mi alzo nuovamente in volo, alcuni dei miei compagni volano intorno allo scafo attendendo qualche scarto del giorno prima. A me non interessa, catturerò ciò che mi occorre alle prime luci dell'alba per mia abilità dalla grande massa liquida che ora sovrasto. Non sono qui per questo, devo farmi guidare verso il mare devo andare a un incontro che non posso mancare, quasi la sento e devo raggiungerla. La vedo mandarmi raggianti messaggi mentre prosegue nel suo cammino. Devo affrettarmi o non arriverò in tempo. In un rituale che non posso mancare cerco di raggiungerla anche se so che non posso, in un luogo che pochi sanno vedere. Li dove mare e cielo si toccano nello stesso colore, quando la notte è ancora giovane e il mare è calmo. Quando fra te e il cielo non c'è altro che il tuo spirito che si libra sulle acque nella notte più limpida dell'anno. Non serve volare verso l'alto, so che è inutile. In tutta la mia breve vita mai come stasera mi sembra di vederla vicino anche se so dopo tutti i tentativi spesi che non conosco il modo di raggiungerla.
Sento che questa notte è speciale. Mai come prima d'ora ho veduto il mondo sotto di me. Non scorgo solo le città luminose, non vedo solo l'intricato cammino di strade. Riesco a guardare i miei amici in volto. Altre volte li ho visti ma non così. Scorgo le auto, le navi; ecco il luogo dove vive il mio amico, vorrei farvi visita e fermarmi ma il mio compito mi impedisce di sostare. Proseguo sul mio cammino, sul destino che forgio io stessa nel mio moto. Eppure sembra che questa sera sia più vicina di quanto avessi potuto dire, sembra quasi che qualcuno mia stia facendo avvicinare. Che sia il mio amico che corre sul vento? Che sia il suo cuore di spuma a legarmi questa sera come una barca che infine arriva al suo porto? Ecco, mi corre incontro, mi segue, brama la mia luce eppure sa dentro di lui che non gli sono destinata.
Le storie narrano che nella notte dei tempi potevamo incontrare le nostre beneamate, le nostre guide in un luogo che non è mare e non è cielo, in cui non si può volare se si ha paura di tornare indietro. I miei compagni non hanno timore alcuno di volgersi verso il mare aperto, eppure chi ora prova ad andare davvero in quel luogo è mosso a ritirarsi e solo con grande fatica torna alla riva. E sono ormai pochi perché la maggior parte ha dimenticato.
Io non provo altro timore che il non potervi giungere, non poter arrivare ad incontrarla almeno una volta. Non volgo mai indietro il mio proposito, ma quando alla fine giunge il momento la vedo sempre sparire nel mare senza poterla salutare. Ogni notte in cui ho potuto seguire la sua strada mi sono sempre ridotto alla fine a posarmi sul mare, sconfitto. Poi cullato dalle onde ho dormito fino al mio risveglio. Il mio primo pensiero è a lei ormai lontana dietro l'orizzonte. Ogni volta che tento lei sembra volare sempre più in alto della volta precedente, sempre più lontana perfetta a e irraggiungibile, quasi che i miei sforzi servano solo a farla allontanare di più da me.
Ma in questa sera in cui sento la brezza scorrere veloce sotto le mie ali mi scopro capace di volare come mai ho fatto. Il luccichio confuso delle sue sorelle si vede appena, riflesso sulla cima delle onde, e anzi sembra quasi che tutte le altre stelle stiano sfumando nel blu del cielo mentre la mia stellina prende vigore e si accende di una luce mai vista.
In questa strana notte il procedere mi è difficile, sembro quasi attratta da una forza irresistibile alla quale non posso far altro che piegarmi, ecco mi avvicino ancora. Precipito quasi in una corsa forsennata, le mie sorelle sembrano allontanarsi e dietro di me sembra quasi ce ne sia una che mi rassomigli in tutto.
Attorno a me tutto si fa confuso e blu, sto forse volando al contrario, rivolgendo il mio cuore al cielo invece che al mare? Riflessa sopra di me, in quella che forse è l'acqua mossa dalle onde, vedo un'immagine fugace della città. Non ho rimpianti: la lascio volentieri per il mare. Per un attimo mi sembra di vedere il grande scafo bianco lontanissimo dietro di me e subito avanti a questo un mio compagno in tutto simile a me, forse uno dei pochi che ancora sa e che tenta anche lui di raggiungere la sua stella?
Ecco sono ormai lontana dalle mie sorelle, mi avvicino sempre più veloce e non distinguo più nulla, non più le città, non più le coste o i paesi, tutto si fa di un blu scuro attorno.
Mi sembra quasi di essere entrato in una linea, tutto attorno a me ha perso di significato, tutto tranne lei, ovunque solo quel colore blu dal quale non so fuggire. Sei sempre li a guidarmi e io non faccio altro che correre verso di te.
Ed ecco che in un istante i due arrivano sull'orizzonte della notte, tra il mare e il cielo. E tutto si ferma d'improvviso. Vedono il cielo con tutte le sue fulgide stelle, vedono la città, la costa con le case sulla spiaggia del paesino di pescatori, le navi, le piccole barche contornate da ali festose e amiche. Tutto è fermo in un immagine sognante. Tutto è così vicino da essere a portata di mano e insieme così lontano da non poter essere mai più raggiunto, ma non è quello l'importante. Sono finalmente insieme. Ovunque voi siate in ogni direzione potete vedere l'orizzonte, potete descriverlo o almeno provarci ma non potrete mai sapere come si vede il mondo da quella linea colorata confusa tra due elementi così diversi. E anche standovi, non avreste le parole adatte per descriverlo agli altri.
Ma quello che finalmente lui vedeva gli riempiva il cuore, perché racchiudeva tutto il mondo che loro amavano e soprattutto perché lo stavano condividendo con chi più di chiunque altro desideravano incontrare.
Eccoti finalmente, bella come ti ricordavo, unica come una stella del cielo, leggiadra come una piuma candida, compagna di una vita che tu non ricordi più. Finalmente posso abbracciarti di nuovo come mai ho osato sperare. Ecco finisce, forse durerà ancora il tempo di un bacio e poi...
Il giorno dopo, a sera nel porto non si vede più allontanarsi quel gabbiano lucente che ogni sera tornava al mare, quello che una volta vi tornava per pescare con la sua compagna. Ora anche lui non si vede più. Ma guardando l'orizzonte, poco sopra il mare, c'è sempre la sua stellina, che forse ora si è fatta ancor più luminosa.
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